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La tutela dei diritti di lavoratrici e lavoratori, della loro salute e sicurezza, la lotta alla illegalità e alla criminalità attraverso una più forte e coordinata azione sindacale e vertenziale lungo le filiere, cioè “mettendo le mani nel piatto” di come materialmente le imprese (grandi e piccole) si sono organizzate concretamente, scegliendo un modello che favorisce zone d’ombra, infiltrazioni, condizionamenti, sfruttamento.
Questa, in estrema sintesi, la scelta “didattica” della sessione 2025 della Summer School che si svolge a Bologna come tutti gli anni.
Un salto di qualità (almeno questo è il tentativo), coerente con l’impostazione che la Cgil sta dando (si veda la stessa costituzione dell’Osservatorio nazionale dedicato a Pio La Torre insieme a Libera con le linee di ricerca e iniziative per il biennio 25-26) affinché l’antimafia sociale oltre che di pratiche e giuste denunce, viva di azioni collettive, partecipate e coinvolgenti, di presidio e prevenzione per affermare un modello (e un mercato) che contenga in sé tutti i necessari anticorpi.
L’obiettivo ambizioso è quello di far sì che la contrattazione possa svolgere una funzione efficace per contrastare modelli di impresa che colpiscono condizione e diritti di lavoratrici e lavoratori.
Da qui il taglio: dedicare approfondimenti specifici di settore (dall’agricoltura alla logistica), concentrarsi su strumenti volti a definire modelli organizzativi e gestionali per responsabilizzare l’impresa (si veda la sessione dedicata alla legge 231/01 e ai veri strumenti connessi) e, infine, valorizzare quelle pratiche sindacali e contrattuali che, aggredendo direttamente gli strumenti tipici della destrutturazione produttiva (appalti, subappalti, forniture, somministrazione, intermediazione, ecc.) aumentino visibilità, potere e tutele dei lavoratori. Dimensioni che, di per sé, riducono l’acqua dove il pesce dell’illegalità e della pressione criminale, dell’infiltrazione nuota.
La contrattazione di anticipo, la contrattazione inclusiva, la contrattazione territoriale e di filiera: questi gli strumenti a disposizione di un’azione collettiva che, qualificando lavoro e impresa qualifica il presidio sociale. La Summer School 2025 è quindi parte del percorso rilanciato dal Manuale per le vertenze contro lo sfruttamento, continuato con la “check list per la contrattazione aziendale” e poi in decine di vertenze locali e nazionali, e che vivrà nei prossimi mesi anche con la campagna “I diritti non si appaltano”, con la scelta della Cgil di costituirsi parte civile nei processi di criminalità organizzata e mafia in cui vengono colpiti i diritti dei lavoratori, e con la scelta di tenere ogni anno l’assemblea nazionale sull’antimafia e anticorruzione.
Con la consapevolezza, inoltre, che esperienze e pratiche ce ne sono, che l’organizzazione da tempo mette in campo specifiche vertenze e che queste devono ora divenire prassi ordinaria e pratica generalizzata, dando attuazione piena alle stesse scelte codificate negli ultimi appuntamenti dell’organizzazione (Congresso, Conferenza di organizzazione).
Perché se è vero che buone pratiche, vertenze complesse ma alla fine vittoriose esistono, bisogna chiedersi se l’organizzazione nel suo insieme le conosce.
La Cgil, i suoi gruppi dirigenti, le tante e tanti delegati, le numerose professionalità giuridiche e sociologiche che animano e contribuiscono alla nostra quotidiana attività, le praticano?
L’approccio al tema è un approccio complesso, multidisciplinare, in grado di tenere insieme presa in carico dei lavoratori, accompagnamento dentro e fuori il posto di lavoro, capacità di generalizzare una vertenza collettiva, risanatrice o preventiva che sia, e quindi poi la contrattazione e la vertenza. Sono le nostre Camere del lavoro e le categorie attrezzate, oltre importanti ma limitate esperienze e sensibilità?
Perché alla fine il lavoro congiunto che il settore Legalità e il nuovo Ufficio contrattrazone inclusiva/appalti/lavoro vorrebbero esprimere va proprio in questa direzione di marcia. Non solo per praticare quello che si predica, ma anche per far “esplodere” le tante potenzialità che norme conquistate, anche grazie alla mobilitazione dello stesso sindacato, della Cgil e delle sue categorie, hanno.
Un modo – sia detto esplicitamente - anche per difenderle dai tentativi sistematici e sempre più numerosi, in questi mesi, di smantellamento da parte del governo Meloni.
Dall’applicazione “sindacale” del nuovo articolo 603 bis del Codice penale (non a caso entrato tra i reati come presupposto della 231/01) alle nuove norme introdotte in materia di appalti pubblici (il dlgs 36/03 e poi il dlgd 209/24) e soprattutto privati (l’articolo 29 del dlgs 276/03 come recentemente modificato), dall’utilizzo pieno e consapevole dei diritti di informazione previsti dai Ccnl fino alle specifiche norme su verifiche, applicazioni contrattuali, subappalto. Abbiamo tanti spazi da occupare e strumenti da poter utilizzare.
Anche per questo la Summer School, realizzata insieme all’Università di Bologna, dedica le riflessioni conclusive partendo da tre specifiche vertenze dell’organizzazione (e se ne potevano individuare molte altre). Dalla positiva esperienza di contrattazione di anticipo negli appalti pubblici dell’esperienza romana (con oltre 1500 cantieri dove pochissime sono state le interdittive e zero gli infortuni mortali; perché - sia detto per inciso - dove vi è controllo sociale, contrattazione collettiva anche su organizzazione del lavoro, più attenzione alla legalità vi sono meno incidenti ed infortuni) alla vertenza nazionale sulla logistica, con il Ccnl di settore che rappresenta il punto di arrivo di numerose battaglie aziendali e che in materia di applicazione del giusto contratto, qualificazione preventiva dei fornitori, divieto di subappalto, è uno dei riferimenti nel panorama delle relazioni industriali.
Fino al progetto (ma sarebbe più corretto definirlo “modello) Soleil della Cgil Toscana: una modalità organizzativa, sindacale e contrattuale che sta dimostrando come assumendo la presa in carico dei lavoratori sfruttati, agendo le leve della ricollocazione e accompagnamento, della responsabilizzazione delle imprese madri, tutto ciò porta poi ad azioni collettive, a vertenze, a sindacalizzazione di massa e, alla fine, alla modifica degli assetti produttivi e organizzativi che hanno generato la dinamica stessa di sfruttamento. Ecco la Summer School di quest’anno ha anche questo ambizioso obiettivo: sistematizzare e generalizzare conoscenze e strumenti per mettere l’azione sindacale a disposizione di una più generale strategia di “riconquista” di modelli che assumano il benessere dei lavoratori, la qualificazione di impresa e quindi la sua capacità di resistere alle pressioni criminali come parti di un’unica strategia.
Una scelta molto concreta, molto pratica, molto “materiale”, partendo dalle condizioni oggettive e reali dal mondo come è, per farlo diventare “come dovrebbe essere”.
Alessio Festi, responsabile Politiche della legalità Cgil
Alessandro Genovesi, responsabile Contrattazione inclusiva Cgil