Proteste di piazza, timori per un nuovo lockdown generalizzato, attesa del vaccino, Dl Ristori: sono questi i temi che dominano le prima pagine dei quotidiani di oggi (28 ottobre). “Nuovo blocco, i timori di Milano. Conte: rispettare le misure o chiusura totale”, titola il Corriere della Sera, mentre la Repubblica sceglie: “"Vaccino per tutti solo in estate". Il Messaggero punta su un’intervista alla ministra dell’Interno Lamorgese: “’Chi protesta escluda i violenti. In azione ultrà di destra, sinistra e delle curve. Strumentalizzato il legittimo dissenso di chi vive la crisi”. Molto simile l’apertura della Stampa: “Lamorgese: fermiamo i violenti”, mentre Il Fatto quotidiano apre con “Le destre soffiano, Conte prova a spegnere”. Il Sole24Ore titola sul Decreto Ristori: “Stop licenziamenti fino al 31 gennaio”, il Manifesto invece allarga lo sguardo alla Spagna: “Governissimo. La Spagna entra in ‘stato d'allarme’ per il Covid e il governo socialisti-Podemos vara una finanziaria di sinistra: patrimoniale sopra i 10 milioni e più tasse sui redditi alti”.

Interviste
Sul Sole24Ore, a pagina 9, Giovanna Mancini intervista Maurizio Danese, presidente di Aefi (Associazione enti fieristici italiani): “In agosto il governo ha stanziato perle fiere 300 milioni di finanziamenti e solo 63 milioni a fondo perduto - si legge -, ovvero briciole per un settore che genera ogni anno un miliardo di ricavi. Era comunque un segnale di considerazione da parte del governo e lo avevamo accolto con favore. Adesso tuttavia, con questa ulteriore stretta e senza un intervento serio, il sistema fieristico italiano rischia di sparire”. A pagina 12 del Corriere della sera si parla ancora di decreto Ristori, con un’intervista di Daria Gorodisky ad Andrea Marcucci, presidente dei senatori del Pd: “Credo che, per quanto riguarda il decreto Ristori, il governo abbia fatto benissimo – dice -. Le chiusure di alcune attività e le limitazioni orarie di altre sono dovute a un'emergenza sanitaria e all'esigenza di salvaguardare il più possibile il nostro sistema economico”. Annalisa Cuzzocrea della Repubblica, a pagina 8, sente invece il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano sule violenze di Napoli: “Ci sono sia la protesta che l'attacco allo Stato. A quest'ultimo, dobbiamo rispondere con tutta la fermezza e la forza che servirà. Isolare gli eversori per spezzare ogni tentativo di saldatura con le legittime proteste. Ma la rabbia sociale invece va guardata negli occhi, bisogna ascoltarla e rispondere”. La Stampa, con Marco Bresolin a pagina 15, intervista poi Charles Michel, presidente del consiglio europeo, sullo stato della pandemia: “Dobbiamo dire la verità: la situazione in Europa è grave e allarmante. Dobbiamo agire e con urgenza. Tutti gli Stati stanno facendo il possibile per affrontare questa crisi, ma dobbiamo essere più efficienti. C'è un legame tra il livello di intensità delle misure restrittive che sono necessarie in molti Paesi e l'efficacia della nostra comune strategia per i test e il tracciamento dei contatti”. La ministra Lamorgese, infine, da pagina 3 del Messaggero, rispondendo alle domande di Cristiana Mangani, lancia un appello: “Siamo in uno Stato democratico, il diritto di manifestare deve sempre essere garantito a tutti. Ma in questo momento difficile per il Covid 19, ci sono frange violente che cercano di infiltrarsi nelle piazze per strumentalizzare il legittimo dissenso delle categorie economiche più penalizzate dalla crisi. Per questo rivolgo un appello a tutti cittadini che stanno manifestando affinché prendano, nettamente e pubblicamente, le distanze da chi devasta le città e attacca con violenza le forze di polizia”.

Editoriali e commenti
Il Corriere della sera ospita in prima pagina il fondo di Ernesto Galli della Loggia dal titolo: “La partita (truccata) di Erdogan contro di noi. Terrorismo e Shoah: le manovre spericolate dei despoti”. Si legge: “La partita tra l'Occidente e il mondo islamico finisce per assomigliare a una partita sempre truccata”, e ancora: “le accuse di Erdogan hanno avuto immediatamente una larga eco in tutti i Paesi Islamici, così come è stato subito raccolto il suo invito a boicottare i prodotti francesi. È ovvio che quando Erdogan ha pronunciato le sue parole, egli aveva la ragionevole certezza che i suoi ascoltatori turchi e islamici le avrebbero considerate vere e fondate o quanto meno plausibili: e infatti è così che essi le hanno giudicate”. Angelo Panebianco, sulla prima di Repubblica scrive di fondi europei: “Una domanda da rivolgere agli economisti. Danneggia di più l'economia di un Paese, e compromette di più il suo futuro, il fatto che un governo usi malamente (poniamo, per scopi prevalentemente assistenzial-clientelari) le ingenti risorse di cui si trova a disporre oppure il fatto che non disponga di alcuna risorsa? Ci sono, in teoria, tre possibilità: la prima è che arrivino ingenti risorse e che il governo ne faccia un uso intelligente, finalizzato allo sviluppo. La seconda è che quelle ingenti risorse arrivino ma che il governo ne faccia un uso pessimo; la terza è che non arrivino affatto le risorse attese”.

A pagina 6, la Repubblica ospita invece uno scritto di Nicola Zingaretti, che dice: “Massima attenzione a chi scende legittimamente in piazza per esprimere paura e chiede di non essere abbandonato e a chi vive questa situazione di incertezza in silenzio e in una drammatica condizione di solitudine. Massima attenzione anche ai tanti avvoltoi in agguato, pronti a gettarsi sulla solitudine e sulla rabbia, quella parte d'Italia che da sempre lavora contro il patto sociale e lo Stato. Per questo ora è vitale ritrovare forza di iniziativa, spirito unitario e coesione. Stiamo uniti, per combattere l'unico nemico vero. II Covid”. “Chi protesta vuole il modello Trump oppure il lockdown?”, si chiede invece Nadia Urbinati sulla prima pagina di Domani: “Molte categorie di lavoratori e commercianti sono in grande sofferenza ed è altrettanto vero che i bonus e gli aiuti che il governo appronta sono ben lontani dall'essere soddisfacenti. Non sono una manna e quando anche potessero convincere i meno ribelli finirebbero per apparire alla lunga molto insufficienti. Non vi è purtroppo una soluzione mediamente soddisfacente nel breve periodo. E allora, che fare? O ritornare alle misure draconiane o non fare proprio nulla. Sembra dunque che la mezza misura sia proprio quella più indigesta”.  Sul Fatto a pagina 5, poi, Gad Lerner scrive: “Queste fiammate di guerriglia non somigliano molto né alla ‘rivolta dei forni’ nella pestilenza di manzoniana memoria, né alla sommossa di un popolo affamato. Incrociano una delinquenza giovanile che in Italia per fortuna non ha il retroterra delle banlieue parigine o dei ghetti londinesi, teatro dei riots con assalto alle merci. Difficile credere che dietro questi sparuti manipoli non vi fosse un'organizzazione programmata. Il che non deve impedirci di riconoscere che al richiamo hanno aderito gruppi di giovanissimi, anche adolescenti, privi di matrice politica”.

Lavoro, welfare, sindacato
Sul Corriere della sera, a Pagina 5, Fiorenza Sarzanini e Claudia Voltattorni fanno il punto su tutte le limitazioni previste nei diversi settori dal nuovo Dpcm e dalle conseguenti proteste dei gestori: si va da palestre e piscine a cinema e teatri, dalla ristorazione allo sport, fino agli eventi e alle fiere. A pagina 22 della Repubblica Diego Longhin dà invece notizia di Pininfarina che liquida la società di ingegneria: “Si dissolve un altro pezzo della Pininfarina, storico marchio non solo del design ma dell'auto nel mondo. Con la liquidazione della Pininfarina Engineering, comunicata ieri dal gruppo torinese controllato dalla multinazionale indiana Mahindra, si perdono anche 138 posti di lavoro, ‘alte professionalità - dicono i sindacati - nella ingegnerizzazione dell'auto’. Il Fatto quotidiano, a pagina 11 rende poi noto che la dirigenza dell'ex Ilva ha deciso di “rimuovere dal ruolo di delegato sindacale Giuseppe D'ambrosio, Rsu della Fiom Cgil dell'acciaieria”.

Sul Manifesto a pagina 7 spazio alla vertenza Whirlpool di Napoli: “La multinazionale Usa ha ribadito, nell'ultimo tavolo al ministero dello Sviluppo economico, che il 31 ottobre il sito chiuderà: 350 dipendenti a casa più l'indotto spazzato via. Per oggi i sindacati hanno proclamato 8 ore di sciopero e una riunione per decide nuove azioni di lotta. Sabato i dipendenti non lasceranno che le porte dello stabilimento si chiudano. Hanno invitato tutte le forze politiche e sociali della città a raggiungerli per un'assemblea aperta”.

Il Sole24Ore, così come tutte le altre testate, concede ampio spazio al Decreto ristori a pagina 2, dove Carmine Fotina e Marco Mobili titolano: “Stop licenziamenti fino al 31 gennaio. Fondo perduto a 462mila imprese. Ristori a metà novembre sui conti”. Da evidenziare il punto del Corriere della sera a pagina 8, con Andrea Ducci: “Un lungo elenco di interventi destinati alle categorie fiaccate dall'emergenza sanitaria – si legge -. Il consiglio dei Ministri ha approvato ieri i 32 articoli del cosiddetto decreto ristori, con l'obiettivo di assicurare un sostegno alle attività chiuse, o comunque obbligate a lavorare a scarto ridotto, all'indomani dell'ultimo dpcm adottato dal governo. Un pacchetto di misure che, come ricordato dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, vale 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento”.

Sul Sole24Ore a pagina 36, invece, Cristina Casadei analizza gli effetti della cassa Covid sui salari: “Lo stipendio netto percepito da impiegati e operai, in media, nei primi sei mesi di quest'anno è stato più basso di 89 euro rispetto all'anno prima – si legge -, soltanto se si considera l'effetto della cassa integrazione. A cui si dovrà aggiungere, in prospettiva, il congelamento dei premi”. Alessandro Mondo, a pagina 11 della Stampa, analizza infine il caso dell’alto numero dei ricoveri per covid in Piemonte: “Le reti territoriali, depauperate da almeno un decennio, non hanno potuto essere potenziate in modo significativo negli ultimi mesi. Sulla carta, per ora, la riforma regionale che prevede l'aggregazione dei medici di base, affiancati da assistenti di studio e infermieri per supportarne l'attività e migliorare i servizi: sarà finanziata con risorse che però potranno essere speso solo il prossimo anno. Un fronte vulnerabile, in tempi ordinari e a maggior ragione oggi, dove riaffiorano tensioni che avevano già caratterizzato la Fase uno dell'epidemia”.

Da evidenziare, infine, su Collettiva un reportage da Colleferro, che racconta attraverso video, testi e foto, la storia della città-fabbrica, esemplare della deindustrializzazione di molti territori italiani. 

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.it.