Corsi di formazione stanziale di tre giorni al mese, dai primi di febbraio alla fine di giugno. È il nuovo capitolo formativo della Cgil, stavolta dedicato ai segretari generali e ai segretari organizzativi delle Camere del lavoro.

“È un impegno deciso all’ultima conferenza di organizzazione Cgil. Molti segretari delle Cdl prima facevano altri mestieri e quindi l’idea della formazione, oltre all’addestramento e ai trucchi del mestiere, è basilare”, afferma Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale.

“Il primo modulo (7-8 e 9 febbraio) si concentra sulla storia, l’identità e l’organizzazione della Cgil. In particolare, essendo percorsi dedicati, abbiamo pensato di approfondire il ruolo e l’importanza delle Cdl nella storia del sindacato, partendo dalle esperienze dirette di chi assume un ruolo al loro interno. Poi ci siamo concentrati su alcuni aspetti della Cgil, riguardanti le sfide politiche del sindacato e come soggetto politico nella storia del Paese, per ripercorrere la dimensione storica delle scelte fatte. A questo, aggiungiamo la presentazione di alcuni testi come la storia della Cgil e l’importanza di utilizzare gli archivi della Cgil, attraverso la dimensione organizzative e storica e anche mediante l’uso delle immagini. Insomma, utilizziamo la memoria per costruire il presente e il futuro del sindacato”, sostiene Simona Marchi, Fondazione Di Vittorio.

“È un corso di formazione di alta fascia, riservato ai gruppi dirigenti. Abbiamo dato attuazione a un impegno che avevamo preso, prestando attenzione particolare alle figure apicali del sindacato, alle Cdl che sono la struttura portante della Cgil sul territorio. È fondamentale la formazione per un gruppo dirigente che si rinnova. Caposaldi sono il Piano del lavoro e la Carta dei diritti universali e poi l’idea di una nuova contrattazione per governare l’algoritmo. La storia, l’organizzazione, le scelte di fondo, ma anche le nuove sfide della contrattazione, come quella inclusiva e quella dell’innovazione”, spiega Nino Baseotto, segretario confederale Cgil.

“Settori di lavoro e compartimenti stagni stanno per saltare e quindi s’impone un nuovo ruolo per i dirigenti della Cdl. A proposito di confederalità, abbiamo un nuovo tema di offrire con dei solidi riferimenti per il nostro gruppo dirigente: l’incontro tra generazioni che hanno vissuto esperienze diverse. Da una parte, elementi del vecchio gruppo dirigente che vengono dall’esperienza politica e partitica; dall’altra, pezzi del nuovo gruppo che non hanno vissuto quella trafila. Perciò, è ancora più importante per la Cgil costruire un’identità comune che sappia reggere alle sfide del rinnovamento. È l’intero corpo Cgil che si mette in formazione. Puntiamo a formare 236 fra compagni e compagne delle Cdl nell’arco di tre anni. Ed è solo un piccolo pezzo del gruppo dirigente. Poi la formazione si allargherà ai componenti delle segreterie delle Cdl.  Poi l’esigenza formativa toccherà alle segreterie dei regionali e delle categorie. C’è un bisogno e una richiesta molto grande di formazione in tutti i componenti del sindacato. Mettiamo in campo uno sforzo politico e organizzativo assai grande, e chiediamo a tutti uno sforzo supplementare, perché indubbiamente si fa fatica a staccarsi per tre giorni al mese dalla propria attività quotidiana e dedicarsi alla formazione”, aggiunge il segretario Cgil.

“La domanda formativa è forte e articolata, l’offerta di formazione in grado d’intercettare i bisogni di tutti per tutti è uno sforzo creativo. Abbiamo previsto anche una settimana di permanenza in sede europea per allargare le conoscenze sindacali in chiave sovranazionale in occasione del congresso europeo della Ces, che si tiene quest’anno. Dal sindacato nazionale al sindacato internazionale, perchè vogliamo apprendere come si fa sindacato oltre i confini. Sarà una chiave di lettura di moltissime giornate formative”, precisa Pelucchi.

“Al fianco della parte storica, ci sono alcuni strumenti di lavoro, dal tesseramento al proselitismo, ai bilanci, alle risorse, allo statuto Cgil, regole per il funzionamento delle funzioni quotidiane del sindacato. Vogliamo offrire una ‘cassetta degli attrezzi‘ che sia la più completa possibile. Poi le grandi sfide della Cgil, dalla memoria al presente e alle sfide future. Terzo grade asse è il tema della contrattazione, da quella tradizionale a quella sociale e territoriale, a quella inclusiva e di genere, la questione migranti, la contrattazione dell’innovazione, fino al tema della bilateralità e del welfare contrattuale. Accanto a questo, ci saranno dei seminari di approfondimento. E seminari tematici di un paio di giorni su temi specifici: uno è dedicato all’Europa e al mondo, alle dinamiche geopolitiche, al welfare e alla previdenza, alla salute e alla sicurezza, al nuovo modello di relazioni industriali, alla Carta dei diritti, al problema della rappresentanza, alla questione dei giovani. Ancora, lo sviluppo di competenze di lavoro, come lavorare insieme per progetti, la contrattazione della formazione, il tema trasversale della comunicazione: pensiamo all’utilizzo dei social network e della comunicazione sindacale on line”, sottolinea Marchi.

“Abbiamo scelto la forma della residenzialità, perchè la formazione non è solo quella in aula,  ma vogliamo diversificare l’offerta formativa con corsi di formazione fra nord, centro e sud. Andremo all’Impruneta e a Cà vecchia, dove ci sono le scuole Cgil. Formare tante persone è complicato. La residenzialità è importante, tanto quanto i contenuti, e lo è una buona gestione. Chiediamo ai nostri dirigenti di fare fatica e di mettersi in gioco, noi penseremo a farli studiare”, conclude Pelucchi.