Lula livre”, Lula libero. Si allunga la lista di associazioni e organizzazioni che aderiscono al flash mob di domani (martedì 10 aprile) in piazza Vidoni a Roma dalle ore 18 alle 19 per “garantire elezioni libere e giuste in Brasile, in difesa della democrazia”, spiegano i promotori. Una piazza che vuole esprimere “la nostra grande preoccupazione e un vero e proprio allarme per il rischio che la competizione elettorale democratica in un grande Paese come il Brasile venga distorta e avvelenata da azioni giudiziarie che potrebbero impedire impropriamente ad uno dei protagonisti di prendervi parte liberamente”.

Le prime adesioni sono giunte da Arci, Cgil, Alas America Latina Alternativa Social - rete del settore internazionale di Libera, Legambiente, Cipsi, Fiom Cgil, Udu, Amig@s Mst-Itália, Collettivogaribaldi, Associazione per la Pace, Aoi, associazione nazionale delle organizzazioni di solidarietà e cooperazione internazionale, Beati Costruttori di pace, Unione degli Studenti, link-coordinamento universitario, Rete della Conoscenza, Maurizio Acerbo, Gma – gruppo missione Africa Onlus, Rete Degli Studenti Medi, Arcs Culture Solidali,Associazione per la Pace nazionale, Terre Madri Onlus.

Resterebbe aperto uno spiraglio, seppur minimo, per l'ex presidente brasiliano da sabato notte in carcere per scontare la pena di 12 anni, confermata in secondo grado, per corruzione e riciclaggio. Nonostante i ricorsi presentati dai sui legali e respinti, potrebbe – anche se l'ipotesi è remota – essere ancora una volta il Supremo Tribunale Federale (Stf) a cambiare le carte sul tavolo, aprendo la possibilità di una sua scarcerazione. I riflettori si puntano su mercoledì quando l'alta Corte si riunirà per esaminare la costituzionalità della carcerazione dei condannati prima della pronuncia di tutti e tre i gradi di giudizio prevista dall'ordinamento brasiliano.

Nel caso i giudici dovessero decidere di modificare l'attuale giurisprudenza (che prevede il carcere anche solo dopo i primi due gradi di giudizio), per Lula si aprirebbe una speranza, visto che per lui le porte del carcere si sono aperte dopo la conferma della condanna in secondo grado. La presidente del Partito dei lavoratori (Pt) di Lula, Gleisi Hoffmann, ha ammesso che esiste una “grande aspettativa” riguardo a questa udienza dell'Alta corte, che giovedì scorso ha negato una richiesta di habeas corpus presentata dai legali dell'ex presidente, lasciando in questo modo aperta la porta alla sua incarcerazione. Ma la reale possibilità, trattandosi di una riforma che coinvolge l'intero sistema giudiziario del paese, è remota. E se anche i giudici dovessero accettare di percorrerla i tempi sarebbero biblici.