L'articolo che segue è tratto da Idea diffusa, l'inserto sul Lavoro 4.0. Il nuovo numero – che si può scaricare qui – è dedicato ai temi della co-determinazione 4.0, partecipazione organizzativa e contrattazione d’anticipo per gestire l'innovazione.

Ulrich Beck fin dal titolo di un suo volume postumo ci ricorda che stiamo vivendo la “metamorfosi” del nostro mondo che trascina con sé la confortante sicurezza di concetti come Stato-nazione, classe, crescita e di altre categorie analitiche con cui tentavamo di descrivere e, in alcuni casi, di interpretare le implicazioni della globalizzazione e del neoliberismo. La metamorfosi – e non, si badi bene, la trasformazione geopolitica – di cui parla il grande sociologo tedesco, sfida la nostra antropologia, il nostro modo di essere nel mondo e di pensarlo. Anche alla scala delle nostre regioni e città, ci sprona a trasformare il “potenziale di indignazione, il potere della catastrofe annunciata” e, aggiungiamo noi, il lamento tossico con cui si tenta di manipolare il nostro senso di sicurezza, in politiche territoriali efficaci per coniugare competitività economica e qualità della vita.

A Savona, la Fondazione Di Vittorio ha voluto raccogliere questa sfida. Sulla base delle indicazioni ricevute dalla Camera del lavoro abbiamo individuato un percorso di analisi e social learning territoriale volto al confronto con il D.G.R. 835 del 20 settembre 2016, che ha approvato la perimetrazione dell’area di crisi complessa. Per costruire una visione condivisa dello sviluppo locale, la ricerca ha permesso di corroborare e integrare lo studio già svolto dal ministero dello Sviluppo economico con un focus specifico sul tessuto produttivo d’impresa, all’interno della caratterizzazione socio-territoriale della provincia savonese.

Attraverso l’uso integrato di una tecnica multivariata di analisi (la cluster analysis) e dell’elaborazione di un set di indicatori demografici, economici e ambientali, il progetto Fdv ha voluto fornire gli strumenti per tipizzare la competitività delle imprese (società di capitale) in relazione agli assetti dell’intero territorio. Il lavoro che è stato svolto nel savonese intende, quindi, travalicare gli angusti ambiti semantici del concetto di crescita, tematizzando, invece, le relazioni circolari e diacroniche che si instaurano tra le sue diverse componenti territoriali: la conformazione naturale primaria del luogo, la storia e la cultura delle comunità ivi insediate, gli effetti e le pratiche, in primis sociali, dell’apparato economico e produttivo.

Come scrive Beck, “tutti sappiamo che il bruco avrà una metamorfosi e diventerà farfalla. Ma il bruco lo sa? È questa la domanda che dobbiamo fare ai predicatori di catastrofe. Non conoscono la differenza tra deperire e diventare altro”. Nell’area di crisi complessa di Savona, il bruco, ora, non è dunque solo consapevole dei costi della sua metamorfosi, ma anche delle opportunità che quest’ultima potrebbe portare con sé.

Elena Battaglini è responsabile dell’area di ricerca “Economia Territoriale” – Fondazione Giuseppe Di Vittorio