Dall’analisi dei dati del conto annuale della Ragioneria Generale dello Stato, emerge un quadro di profonda preoccupazione per la situazione in cui oggi si trova la Pubblica Amministrazione anche nella nostra regione e di quello che accadrà a partire dal prossimo anno sul fronte occupazionale. I dipendenti pubblici nelle Marche risultano essere sempre meno, sempre più anziani, con più carichi di lavoro". È quanto afferma Alessandro Pertoldi, segretario generale Fp Cgil Marche.

Analizzando i tre grandi comparti delle Funzioni centrali, delle Funzioni locali e della Sanità, il personale congedato e non sostituito nell’arco di tempo dal 2010 al 2016 è pari a 3.457 unità, così distinto: 741 nelle Funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici), 2.030 nelle funzioni locali, 686 nella sanità. "Che succederà nei prossimi anni? – si chiede il dirigente sindacale –. Considerato che, al 31 dicembre 2016, la classe d’età più numerosa era quella compresa tra i 50 e i 54 anni, si prevede che in tutta la pubblica amministrazione nel 2020 circa 262.000 lavoratori si troveranno nella classe 65-67 e 621.000 nella fascia 60-64. Dall’analisi dei dati a fine 2016, i lavoratori con più di 60 anni di età erano 124.737 nelle Funzioni centrali, 230.057 in Sanità e 199.692 nelle Funzioni locali".

"Possiamo ragionevolmente prevedere che circa il 40% delle lavoratrici e dei lavoratori dei tre comparti presi in esame nei prossimi 3-6 anni potrebbe raggiungere i requisiti per la pensione. Per mantenere almeno l’attuale livello dei servizi e delle prestazioni negli stessi comparti, è necessario assumere nei prossimi 3-6 anni 550.000 lavoratrici e lavoratori. Fatte le debite proporzioni, anche nella nostra Regione sarà necessario procedere ad assunzioni in numero adeguato, per garantire servizi e prestazioni ai cittadini, in specie nei segmenti più 'operativi' della pubblica amministrazione", aggiunge il sindacalista.

"La lettura dei dati del conto annuale e le rilevazioni statistiche sui servizi pubblici, quindi, confermano quanto denunciamo da anni. Il perimetro d'intervento dei servizi pubblici arretra e il sistema è al collasso, se non si procede con un piano straordinario di assunzioni di giovani nelle pubbliche amministrazioni, le conseguenze saranno inevitabili: ci saranno meno servizi per i cittadini e più privatizzazioni, con il rischio di aumento delle disuguaglianze", prosegue l'esponente Cgil.

"È necessario procedere urgentemente con la piena applicazione di quanto previsto nell’accordo del 30 novembre 2016 e dall’articolo 20 del Dlgs 75/2017, in tema di superamento del precariato, così come è indispensabile avviare urgentemente un piano straordinario di nuove assunzioni, rivedere la normativa sulle pensioni e rinnovare tutti i ccnl, per fornire alla contrattazione gli strumenti necessari per intervenire sull’organizzazione del lavoro, la giusta valorizzazione professionale e attivare, anche attraverso la contrattazione integrativa, modalità di lavoro, orari, turnazioni, che riducano i carichi di lavoro. Solo così si potrà invertire il trend negativo, che dura ormai da troppi anni, e dare nuova linfa al lavoro pubblico per servizi efficienti e di qualità", conclude Pertoldi.