Una regione dimenticata, un territorio in abbandono, dove mancano le risorse anche per gli interventi ordinari e nessuno più investe. È la Calabria descritta dal segretario regionale Cgil, Angelo Sposato, stamattina ai microfoni di Italia parla, la rubrica di RadioArticolo1. “Quella che manca è una visione generale delle cose da fare – ha spiegato il dirigente sindacale –. Anche la recente iniziativa ‘Cantiere Calabria’, che ha visto la partecipazione di quattro ministri all’università di Cosenza rischia di restare sulla carta, perché nessuno dei rappresentanti dello Stato ha preso un impegno concreto sui fondi ordinari per la nostra Regione. Noi abbiamo chiesto un cambiamento di strategia a livello nazionale, con un riequilibrio nella redistribuzione delle risorse che il governo destina quasi esclusivamente alle regioni del Centro-Nord”.

 

“Occorre una politica industriale anche per il Sud – ha detto l’esponente Cgil –, perché la Calabria non ce la fa solo con l’agricoltura, coinvolgendo società Partecipate come Finmeccanica, Fincantieri, Enel, Eni, Anas, che potrebbero avere interesse a investire nel Mezzogiorno, ad esempio nelle grandi infrastrutture. Attualmente, è che come se le grandi reti si fermassero ai confini della nostra regione: penso alla statale 106 jonica, la cui ristrutturazione è ferma ai confini con la Basilicata; all’Alta velocità ferroviaria, che non va oltre Salerno; al porto di Gioia Tauro, che rischia di rimanere uno scatolone vuoto, se non s’investe sull’area retroportuale. Oltretutto, con la sparizione delle province, abbiamo anche problemi di collegamenti interni, perché la manutenzione delle strade ordinarie non la fa più nessuno. Per non parlare della messa in sicurezza del territorio, che si ripropone ogni volta che piove o c’è il mare mosso”.

“C’è anche un’incapacità dei comuni a progettare, con la pubblica amministrazione sottodimensionata a causa del blocco delle assunzioni e del turn over e del mancato rinnovo dei contratti. Nel pubblico impiego in Calabria la situazione è ancora più emergenziale, perché il calo demografico dovuto allo spopolamento del territorio con la fuga dei giovani mette in forse la stessa sopravvivenza di molte pubbliche amministrazioni. Un caso limite è quello di Vibo Valentia, il cui comune è al collasso, non paga i dipendenti da mesi e vi sono 5.000 Lsu-Lpu da stabilizzare e contrattualizzare. Per non parlare di vertenze come Call and call di Locri, che purtroppo sono l’emblema delle politiche pubbliche fatte di bonus, decontribuzioni e incentivi che si sono dimostrate fallimentari nel corso del tempo”, ha aggiunto il sindacalista.

Per Sposato, come la Cgil ripete ormai da anni, "penso al progetto Laboratorio Sud, che in qualche modo si è completato a Lecce con l’Assemblea generale e le Giornate del lavoro della settimana scorsa, c’è bisogno di politiche mirate per il Sud, con un grande piano d’interventi, con investimenti pubblici destinati soprattutto al lavoro pubblico e alla manutenzione del territorio. Per questo ci auguriamo che il prossimo Def e la legge di Bilancio 2018 abbiano una grande attenzione per i giovani e il Mezzogiorno, con risorse destinate a tal fine. Da parte nostra, ci mobiliteremo nelle prossime settimane con un’iniziativa specifica che culminerà a metà novembre in una manifestazione regionale per richiamare la politica alle sue responsabilità”, ha concluso il leader Cgil calabrese.