“Il disagio abitativo in Italia continua ad aggravarsi e i dati sugli sfratti relativi al 2016 diffusi dal ministero degli Interni, nonostante quest’ultimo sostenga il contrario, ne sono la conferma”. È quanto denunciano Cgil nazionale e Sunia. “L'interpretazione ottimista del dicastero - spiegano confederazione e Sunia -, che vedrebbe un decremento del 5,5% rispetto al 2015, è purtroppo frutto della mancanza di alcune rilevazioni su città come Roma, Napoli, Bari, Bologna, Venezia, Padova, Trieste, Taranto, Potenza”.

Cgil e Sunia sottolineano il dato “drammatico delle morosità: rappresentano il 90% dei 61.718 provvedimenti emessi, a conferma delle crescenti difficoltà delle famiglie nel sostenere le spese indifferibili con redditi da lavoro e da pensione. Pur in assenza dei dati relativi a molte città, aumentano sia le richieste di esecuzione forzosa (+3,09%) sia gli sfratti eseguiti con queste modalità (+7,99%), che salgono al 22,63% nelle dodici maggiori città”.

Per il sindacato di corso d’Italia e il sindacato inquilini, “dinnanzi all'aggravarsi del disagio abitativo, che ormai assume caratteri strutturali, il governo continua a non avere una strategia, anzi, riduce il fondo per la ‘morosità incolpevole’, dopo aver completamente azzerato quello di sostegno alla locazione 2016-2017”. Inoltre, sul fronte dell’offerta di alloggi di edilizia pubblica, stiamo assistendo al fallimento del piano di recupero di quelli sfitti: 5.767 dovevano essere messi a disposizione delle graduatorie entro fine 2016, ma a metà del 2017 ne sono stati ultimati 2.802, meno della metà”.

Per questo, Cgil e Sunia rilanciano il piano di edilizia residenziale sociale, elaborato insieme alla Fillea, “con una programmazione pluriennale per rispondere ai bisogni abitativi delle fasce più deboli della popolazione e generare, al contempo, consistenti opportunità occupazionali. Serve individuare risposte immediate”.