Domani, 10 marzo, la Cgil ricorda a Corleone il 69° anniversario dell'uccisione di Placido Rizzotto. Rizzotto, segretario della Camera del lavoro locale, venne rapito nella serata del 10 marzo 1948, mentre andava da alcuni compagni di partito, e ucciso dalla mafia per il suo impegno a favore del movimento contadino per l'occupazione delle terre. Alle 9, al cimitero sarà deposta una corona sulla tomba. Alle 10, in piazza Garibaldi, si terrà la commemorazione, aperta dal saluto della commissione straordinaria del Comune. Saranno lette le poesie ed esposti i lavori degli alunni delle scuole elementari e medie. Intervengono il segretario della Camera del lavoro locale, Cosimo Lo Sciuto, il responsabile dipartimento legalità Cgil, Dino Paternostro, il segretario generale Cgil Palermo, Enzo Campo, e il segretario confederale, Giuseppe Massafra.

“Ricordare Rizzotto, oggi, nella Corleone le cui istituzioni cittadine sono state sciolte per mafia ha un valore enorme – afferma Paternostro –. Significa ricordare che il movimento dei lavoratori si è sempre battuto per la democrazia e la giustizia sociale, contro i prepotenti di ieri e di oggi. Come ha fatto Rizzotto. e come vogliamo continuare a fare oggi nel suo nome, per aiutare Corleone a rialzarsi e a riprendere con forza la strada dello sviluppo nella legalità”.

E aggiunge il segretario della Cgil Corleone, Cosimo Lo Sciuto: “È importante che tante organizzazioni, tutte le scuole e il nostro Comune si ritrovino assieme alla Cgil per rendere omaggio a Rizzotto. Una seria e attenta riflessione sulla sua figura deve servirci ad affrontare con più coraggio e speranza i problemi che attanagliano il nostro tempo. Il sindacalista venne torturato e ucciso dalla mafia per rivendicare la dignità dei contadini. Quindi, il suo ricordo ci obbliga a interrogarci sulle attuali condizioni di lavoro, che troppo spesso si basano sullo sfruttamento dei lavoratori, sia italiani che stranieri. Una lezione da prendere a esempio, continuando a rivendicare diritti e dignità per ogni lavoratore, e per chi un lavoro non ce l’ha o lo ha perso”.

La sera del 10 marzo 1948, Rizzotto, sindacalista socialista, 34 anni, fu sequestrato da un gruppo di persone, guidate dal giovane mafioso Luciano Liggio. Lo circondarono in strada, lo caricarono a forza sulla Fiat 1100 di Liggio, lo portarono in una fattoria di Contrada Malvello, lo picchiarono a sangue e gli fracassarono il cranio. Poi buttarono il suo corpo in una foiba di Rocca Busambra. Nessuno avrebbe mai più saputo niente del sindacalista, se, nell’estate del ’49, a Corleone, non fosse arrivato un giovane capitano dei carabinieri, che assunse il comando delle squadriglie antibanditismo. Si chiamava Carlo Alberto Dalla Chiesa e, come Rizzotto, aveva fatto il partigiano. Il 24 maggio 2012, dopo il ritrovamento dei resti di Rizzotto a Rocca Busambra, si sono svolti i funerali di Stato nella chiesa Madre, alla presenza dell'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.