Inizia oggi la mobilitazione dei portalettere della Lombardia di Poste Italiane. Una protesta, concentrata per ora nello sciopero dello straordinario e delle prestazioni aggiuntive (come flessibilità operativa, abbinamento di zone, formazione fuori orario), indetta dai sindacati contro il piano di riorganizzazione del recapito "a giorni alterni" varato dall'azienda il 9 marzo scorso. Una mobilitazione che si incrocia con un'analoga protesta degli addetti allo sportello (dal 2 al 25 maggio) e con lo sciopero generale per l'intera giornata del 23 maggio prossimo.

La riorganizzazione del recapito era prevista a livello nazionale per il 2017, ma in Emilia Romagna e in Sicilia, e ora anche in Lombardia, è stata anticipata di quasi un anno. Attualmente è in funzione nelle province di Pavia e Bergamo, cui seguiranno quelle di Como, Cremona, Lecco, Sondrio, Varese e Brescia. La novità più rilevante è l'introduzione della consegna della corrispondenza a giorni alterni della posta ordinaria (lettere, fatture, giornali e la "prioritaria") per le aree con una densità abitativa inferiore ai 200 abitanti per chilometro quadrato (al momento rimarrebbero escluse solo alcune "aree metropolitane" ancora non definite). In concreto, i postini vedono raddoppiarsi le zone da seguire, su cui quindi consegneranno la posta un giorno sì e uno no.

Una misura contestata dai sindacati, che rilevano come la sperimentazione in corso non stia dando gli esiti sperati. "Le criticità rimangono irrisolte e gli investimenti promessi non sono arrivati" ha sottolineato il segretario della Slc Cgil Lombardia Pierluigi Daccò: "Il risultato è che aumentano le giacenze e peggiora il servizio offerto alla cittadinanza". Daccò, inoltre, chiede che "almeno tutti i capoluoghi di provincia, per le caratteristiche demografiche, socio-economiche e abitative, debbano rimanere esclusi dal recapito a giorni alterni" e che "per area metropolitana si intenda tutto l'hinterland milanese".