Martedì 19 e mercoledì 20 gennaio si terranno le elezioni per il rinnovo delle Rsu di Telecom Italia. Un rinnovo di grande importanza, che arriva in un momento particolarmente delicato per la vita dell’azienda. “Una dirigenza poco avveduta – spiega un comunicato dalla Slc Cgil – ha spinto Telecom Italia verso una stagione di forte conflittualità, che rischia seriamente di spostare l’attenzione dalle vere priorità per il futuro prossimo”. Per il sindacato, occorre rimettere Telecom Italia “al centro del dibattito sul futuro delle reti di telecomunicazioni italiane, in particolare di quella a banda larga”. Nello stesso tempo, è necessario “riaprire un confronto con il governo per ridefinire il ruolo dell’azienda nello sviluppo del paese, a partire dai progetti per l’Agenda Digitale”.

Il programma della Slc per le proprie Rappresentanze tocca tutti i punti nevralgici del potenziamento aziendale. Un rafforzamento, però, che può realizzarsi soltanto rifiutando “accordi al ribasso sugli ammortizzatori sociali”, ma puntando invece “su una diversa organizzazione del lavoro in tutti i settori e su una maggiore attenzione agli sviluppi professionali delle lavoratrici e dei lavoratori”. Sulla questione della “professionalità”, si sottolinea l’urgenza di “riallineare i livelli contrattuali dei lavoratori di Telecom Italia con quelli dei lavoratori degli altri operatori telefonici. La crescita professionale dei lavoratori non deve essere considerata solo un costo, bensì il segno distintivo di un’azienda dinamica che punta allo sviluppo”.

Centro dell’attività sindacale è ovviamente la contrattazione. Da questo punto di vista, la Slc rimarca che “in questi ultimi tre anni i lavoratori hanno contribuito in modo significativo al contenimento dei costi attraverso sacrifici economici e importanti aumenti di produttività”. È quindi arrivato il momento di invertire la tendenza, iniziando dalla “ricontrattazione del Premio di risultato e diminuendo la portata delle elargizioni unilaterali”. Un’azienda che chiede sacrifici ai propri dipendenti, ammonisce il Sindacato dei lavoratori della comunicazione della Cgil, deve “dare il buon esempio, tagliando gli sprechi e limitando le consulenze”.

Il programma della Slc entra anche nel merito delle linee di sviluppo aziendale. La prima esigenza è quella di reinternalizzare: “Bisogna riportare in Telecom Italia il lavoro pregiato che oggi è svolto in appalti esterni. Più lavoro di qualità porta più professionalità per i lavoratori e meno ammortizzatori sociali. Così si difende il perimetro dell’azienda”. Vi è la necessità, infine, di elaborare un piano di rafforzamento che passi attraverso quattro direttrici: rete, commerciale, staff e caring. “Il passaggio di professionalità fra questi quattro settori non può più essere né episodico né del tutto unilaterale” conclude la nota Slc: “I processi di reinternalizzazione devono servire ad alimentare questi passaggi in modo trasparente, condiviso e certo”.