"Unicredit, nel presentare al mercato una gigantesca perdita di 14 miliardi determinati da svalutazioni su avviamenti e accantonamenti a fronte di perdite su crediti inesigibili oltre alla dichiarazione di 5mila esuberi nel perimetro Italia, ha previsto nel piano industriale la vendita, nel corso del 2014, a cordate di investitori internazionali, della banca del gruppo Unicredit Credit Management (Uccmb), leader nel settore della gestione del recupero crediti". E' quanto afferma un comunicato della Cgil di Roma e Lazio.

"Il gioiello di famiglia - spiega - , che gestisce un portafoglio di crediti anomali per oltre 40 miliardi (circa il 32% del mercato italiano), valutato al massimo rating da Standard & Poor’s, viene considerato non più come strategico a discapito dei 760 lavoratori addetti a livello nazionale di elevato profilo professionale e con competenze specialistiche in campo giuridico, economico, fiscale e finanziario. Si tratta di un’ulteriore alchimia, che giustifica un'esclusiva esigenza di cassa riproposta dello stesso management 'illuminato' fautore delle allegre gestioni del passato, per procedere alla liquidazione dei dividendi agli azionisti e giustificare la propria permanenza alla guida del gruppo.

"Un modo - prosegue il sindacato -, nell’attuale situzione congiunturale, per scaricare i debiti delle famiglie e delle piccole e medie imprese nelle mani della speculazione dei fondi di investimento internazionali. I lavoratori e le organizzazioni sindacali nel rigettare questa strategia miope, priva di qualsiasi progettualità sul sistema di banca sostenibile e tesa alla dispersione del capitale umano, contrasteranno la cessione a partire dallo sciopero nazionale di domani. Nella stessa giornata si svolgeranno presidi di lavoratori nelle piazze di Roma, Verona e Milano. I lavoratori di Roma manifesterannno domani (9 maggio) dalle 8.30 alle 13.30 presso la sede Unicredit di Viale Tupini 180".