Al fascismo si arriva in tanti modi, scriveva Primo Levi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola. Ogni battaglia per la libera informazione e per il diritto di essere informati è una battaglia per la democrazia. Queste ragioni ci fanno essere ancor più vicini di quanto già siamo a Rassegna Sindacale, il settimanale storico della Cgil. L’sos lanciato dal direttore, dalla redazione e dalla Edit.Coop., che lo edita, ci preoccupa. E non poco. In meno di due anni il governo ha distrutto il settore dell’editoria. Nel 2009 è scomparso il diritto soggettivo ai contributi diretti alle cooperative editoriali. Nel decreto Milleproroghe sono stati ridotti i contributi alle radio e tv locali e ai giornali italiani all’estero. Il 1° aprile di quest’anno il governo ha abolito le tariffe postali agevolate, mettendo in gravissima difficoltà tutte le riviste e i giornali delle associazioni. E nella legge bavaglio è spuntato il colpo finale contro i blog amatoriali. Il governo in altre parole sta facendo tabula rasa di tutti i giornali e le riviste indipendenti. Per tutte queste ragioni siamo al fianco di Rassegna e invitiamo anche noi, come ha fatto Paolo Serventi Longhi, le strutture della Cgil e dello Spi, tutti i giornali della Cgil, delle categorie e delle Camere del lavoro a sostenere la battaglia per un’informazione libera e plurale di cui la stampa sindacale è parte importante e non accessoria.

*  direttore di LiberEtà, mensile dello Spi Cgil

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