Sulle prime pagine 
“Green pass per chi lavora in scuole e Rsa. Tra una settimana tocca a bar e ristoranti” è i titolo di apertura del Corriere della Sera, che oltre alle notizie sulla lotta al Covid propone una serie di commenti su temi politici più in evidenza: dal declino americano (Antonio Polito) ai retroscena sulla partita per il Quirinale (Francesco Verderami). In Afghanistan, sport vietato alle donne e crescita della violenza: per i talebani le bambine non devono andare a scuola. In Italia la cronaca dell’ennesimo femminicidio a Bronte in Sicilia. Anche Repubblica apre con le misure sulla pandemia: “Draghi media con Salvini. Il super Green Pass si farà”. Su Repubblica da segnalare tra le analisi e i commenti l’articolo di Carlo Galli sull’”età dell’insicurezza”. L’apertura de La Stampa: “A scuola solo col Green Pass. Bianchi: “Ma la Dad è finita” con una intervista al ministro dell’Istruzione del direttore Massimo Giannini. Ironici sulle scelte del governo sulla pandemia Il Fatto Quotidiano e il manifesto. “Un Green Pass piccolo piccolo” è il titolo di apertura del quotidiano diretto da Marco Travaglio. “Pass falso” è il titolo sulla copertina del manifesto, secondo cui l’offensiva di Salvini costringe Draghi a rinviare l’estensione del Green Pass a tutti i lavoratori. Oggi in Consiglio dei Ministri solo un mini provvedimento. La sinistra della maggioranza furiosa. Letta: “La Lega ha superato il limite”. Intanto ci si appresta a far partire la terza dose per alcune categorie di cittadini. Per quanto riguarda i temi economici e sindacali è ricca l’agenda: si va dalla presentazione del piano per le politiche attive da parte del ministro Orlando, alle polemiche sullo smart working dopo le dichiarazioni del ministro Brunetta, passando per il nuovo scontro su Ita-Alitalia. I segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e delle categorie del trasporto chiedono un incontro con il governo che si deve prendere la responsabilità della situazione e del rischio dei licenziamenti dopo l’intervento dell’Europa. I lavoratori protestano con azioni in piazza. Intanto prosegue senza tregua la strage del lavoro. Ieri una nuova giornata orribile con tre morti.

Il ministro Orlando presenta il piano per le politiche attive
Sul Sole 24 ore Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci (p.5) danno conto dell’incontro di ieri tra il ministro del lavoro, Andrea Orlando e i rappresentanti delle parti sociali. Il nuovo strumento di politica attiva, Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol), può contare su 4,9 miliardi complessivi nel quinquennio 2021-2025. Gli obiettivi, piuttosto ambiziosi, sono quelli concordati con l'Europa: almeno 3 milioni di "beneficiari" entro il 2025. Di questi almeno, il 75% devono essere donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under3o, lavoratori over 55. Almeno 800 mila dovranno essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300 mila per il rafforzamento delle competenze digitali. Questi i target del progetto illustrato ieri alle parti sociali dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, secondo una strategia che attraverso cinque diversi percorsi punta a personalizzare gli interventi, differenziando le platee di lavoratori su cui intervenire. La porta d'accesso sono i centri per l'impiego, ma nel documento dl Orlando si parla di “cooperazione pubblico-privato”.  Potranno beneficiare di Gol i lavoratori in Cig, gli addetti in Cigs per prospettata cessazione, in Cigs per accordo di ricollocazione, i lavoratori autonomi con partita Iva chiusa, lavoratori in Cigs di aree di crisi complessa, o comunque con sussidi di lunga durata). Ma saranno ammessi a Gol anche i beneficiari di Naspi e Dis-coll, del reddito di cittadinanza, i lavoratori fragili o vulnerabili (Neet, meno di 30 anni, disabili, donne in condizioni di svantaggio, over55), i disoccupati senza sostegno al reddito, i cosiddetti working poor (in condizioni di precarietà). L'obiettivo del ministro è di farlo partire in autunno, prima della scadenza indicata dal Pnrr che faceva riferimento al quarto trimestre 2021. 

Politiche attive, il giudizio della Cgil
Nel pezzo di Pogliotti e Tucci viene rilanciato il giudizio della Cgil, espresso ieri dalla segretaria confederale Tania Scacchetti, che ha partecipato all’incontro online con il ministro Orlando, il commissario straordinario dell’Anpal (l’Agenzia nazionale per le politiche attive), Raffaele Tangorra e i rappresentanti di tutte le parti sociali (Terzo Settore incluso). Su Repubblica è Valentina Conte (“Formazione e digitale, piano per dare lavoro a tre milioni di disoccupati”, p.8) a riprendere la dichiarazione di Tania Scacchetti in particolare per quanto riguarda la richiesta esplicita della Cgil di legare il piano per le politiche attive alla riforma degli ammortizzatori sociali. Il comunicato della Cgil anche sul Messaggero nel pezzo di Giusy Franzese (“Occupazione, piano da 5 miliardi. La riforma partirà in autunno”, a pagina 17). Anche su La Stampa (p.12) viene rilanciata la posizione della Cgil, mentre Paolo Baroni fa parlare due esperti della materia, l’ex ministro Cesare Damiano e il giuslavorista Michele Tiraboschi sul fallimento degli uffici di collocamento così come sono stati intesi (e praticati) finora. Sul Corriere della Sera scrive Enrico Marro: “Orlando: 5 miliardi per il lavoro. Ricollocare 3 milioni di persone”, a pagina 32.

Tania Scacchetti (Cgil): legare il confronto sulle politiche attive alla riforma degli ammortizzatori sociali
Su Collettiva.it il comunicato integrale della Cgil diffuso ieri sera alla fine dell’incontro con il ministro Orlando: L’apertura di un confronto sulle politiche attive è decisiva, ma questo dovrà essere strettamente connesso alla discussione sulla riforma degli ammortizzatori sociali, che speriamo possa proseguire nei prossimi giorni. Inoltre, entrambe le discussioni dovranno essere accompagnate da un tema più generale, quello degli investimenti: senza un chiaro piano di politiche industriali rischiamo che il  Paese non torni a crescere”. Ad affermarlo la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti al tavolo sulle politiche attive con il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Per la dirigente sindacale “sarà centrale il tema del governo pubblico del sistema, sarà quindi fondamentale costruire una cornice unitaria capace di governare le relazioni tra le strutture pubbliche e quello private. Allo stesso tempo sosteniamo l’esigenza di una stretta relazione fra politiche attive e sistema d’istruzione e formazione”.
Infine, in merito al potenziamento dei Centri per l’impiego Scacchetti afferma che “rafforzarli significa riorganizzare le competenze e le mansioni degli operatori e costruire una relazione operativa, di cooperazione anche con il sistema privato. Al momento siamo preoccupati per i ritardi delle Regioni nel piano di rafforzamento già definito”. “Occorrerà - conclude Sacchetti - un forte livello di cooperazione tra i diversi livelli istituzionali, governo, regioni e parti sociali affinché gli effetti delle riforme possano determinarsi in modo esigibile e su tutto il territorio nazionale”.

La giornata orribile: tre morti sul lavoro in poche ore
Da Collettiva.it: Un operaio edile di 59 anni, un lavoratore del marmo di 44, un agricoltore di 73: usciti di casa, non sono più tornati. Una giornata orribile per tre famiglie, ma anche per un Paese intero, che non più sopportare questa strage silenziosa. Tre morti in poche ore. Tre lavoratori che a Napoli, a Pietrasanta, a Castiglion Fiorentino, sono usciti di casa stamani, hanno salutato moglie e figli per andare al lavoro. E non sono più tornati. Una giornata orribile per tre famiglie, ma anche per un Paese intero, che davvero non più sopportare questa strage quotidiana, silenziosa, inaccettabile. La prima vittima è Luigi Mancuso, 58 anni, dipendente della società Icm per conto di Metropolitana di Napoli. L’incidente mortale è avvenuto nel cantiere della linea 1 della metro, nel tratto compreso tra il Centro direzionale e Capodichino. La vittima lascia due figli e la moglie. Stando alle prime ricostruzioni, l’uomo sarebbe stato ritrovato dai colleghi nel fossato della banchina dei treni nei pressi della Stazione Tribunali, presumibilmente in seguito a una caduta rovinosa.

La Spoon River dei morti sul lavoro
Della giornata orribile parla Grazia Longo su La Stampa (p.16) È una strage senza fine. E non è un modo di dire: all'infortunio sul lavoro mortale dell'altro ieri a Livorno se ne aggiungono altri tre in neppure 24 ore. Lucca, Arezzo e Napoli sono le ultime tre province interessate dallo stillicidio di morti bianche. A Pietrasanta (Lucca) ha perso la vita un operaio di 54 anni sul piazzale della ditta di marmo "2 P Trading srl" in via Aurelia. Si chiamava Andrea Bascherini, era sposato, aveva una figlia e viveva a Ripa, frazione di Seravezza (Lucca) (…). La seconda vittima si chiamava Giuseppe Zizzo e aveva 73 anni: è morto dopo un volo di sei metri mentre stava sistemando una pianta all'interno di un cortile di pertinenza di un'azienda agricola di Castiglion Fiorentino (Arezzo). (…)Stava, invece, lavorando nel cantiere della metropolitana di Napoli Luigi Manfuso, 59 anni, originario di Gragnano, sposato, due figli, recuperato nel fossato della banchina dei treni nel cantiere della Stazione Tribunale, sulla tratta Centro Direzionale - Capodichino, della linea 1. E ora i sindacati insorgono contro il dilagare dei tragici infortuni sul lavoro. La Cgil nazionale, ieri ha scritto su Twitter: “Ieri a Livorno, oggi a Castiglion Fiorentino, a Pietrasanta e a Napoli. Le ennesime stragi sul lavoro. Fermiamo questo stillicidio e rafforziamo immediatamente l'attività ispettiva e la formazione, si introduca una patente a punti per tutte le aziende. Basta inattività”. Il segretario generale della Fillea Cgil di Napoli, Giovanni Passaro, incalza: “Non possiamo chiamarle "disgrazie", è urgente rimettere mano alla legislazione nazionale sul lavoro, introducendo il reato di "omicidio colposo"”. Intanto per oggi è stato proclamato uno sciopero di 8 ore in tutto il distretto del marmo apuo-versiliese dalle sigle sindacali FenealUil - FilcaCisl - FilleaCgil di Lucca e di Massa Carrara.

Smart Working, la Cgil risponde alla provocazione di Brunetta
Dal sito di Collettiva.it. Per la Cgil le dichiarazioni di oggi (8 settembre, ndr) del ministro Brunetta sullo smart working "sono da attenzionare". La segretaria confederale Tania Scacchetti sottolinea "la volontà di dare attuazione agli impegni assunti nel Patto per la coesione sociale e l’innovazione della Pa del 10 marzo scorso con l’impegno di affrontare il tema della regolazione dello smart working attraverso la contrattazione collettiva”. Così, in una nota.
"Il lavoro agile può essere pensato come modello per il futuro?", ha detto il ministro durante un question time alla Camera: "Attenzione. Questo tipo di lavoro, costruito dall'oggi al domani spostando dalla presenza alla casa l'organizzazione del lavoro pubblico, è senza contratto, senza obiettivi, senza tecnologia, senza sicurezza e abbiamo visto al riguardo il caso del Lazio. Quindi è un lavoro a domicilio all'italiana. Abbiamo il Pnrr, abbiamo cambiato il modo di fare i concorsi pubblici, abbiamo in programma l'interoperabilità delle banche dati e il passaggio al cloud. Questo è il futuro, non un lavoro a domicilio senza futuro, senza tecnologia, senza contratto, senza organizzazione". 
Per la Cgil, invece, “occorre però salvare ciò che di buono è stato fatto dalle amministrazioni pubbliche e dai lavoratori nei mesi passati - ricorda Scacchetti -, in cui, anche in ragione della necessità di affrontare l’emergenza sanitaria, il lavoro agile è diventato la modalità ordinaria di effettuazione della prestazione lavorativa. C’è bisogno di un’analisi attenta senza pericolose generalizzazioni”. Questa la risposta alle parole di Brunetta. Per la segretaria confederale della Cgil “se lo spirito è quello di introdurre il vero lavoro agile siamo pronti a tradurre il lavoro da casa in effettivo lavoro agile come strumento di flessibilità organizzativa e misura che può migliorare il benessere complessivo nei luoghi di lavoro”. “L’innovazione della Pubblica amministrazione passa attraverso gli investimenti sui dipendenti, formazione e aggiornamento, e sulle infrastrutture, anche questo - conclude Scacchetti - dovrà essere oggetto di confronto tra governo e sindacati”.

Assegno unico. Il giudizio di Cgil, Cisl, Uil dopo l’incontro con la ministra Bonetti
“Nell’incontro avuto oggi (8 settembre) con la Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti si sono affrontati i temi che riguarderanno l’emanazione dei decreti attuativi dell’assegno unico. Come Cgil, Cisl e Uil abbiamo sottolineato la necessità di evitare che si possano creare criticità, al momento dell’introduzione della nuova misura, che come da delega, dovrebbe entrare in vigore  il 1 gennaio 2022”. Lo dichiarano in una nota unitaria i Segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Rossana Dettori, Andrea Cuccello, Domenico Proietti. “Abbiamo affrontato il tema del finanziamento attuale e delle eventuali risorse da stanziare nella prossima legge di bilancio, abbiamo avuto garanzia sul rispetto dei principi di universalità e di progressività e sulla salvaguardia dei diritti in essere e l’accesso alla misura per i cittadini stranieri, oltre alla compatibilità con il RDC. Abbiamo affrontato anche la questione legata alle procedure di accesso alla misura, in modo che possano essere le più agevoli possibili con il coinvolgimento dei caf. Abbiamo chiesto di implementare il positivo confronto, finora avvenuto, al fine di contribuire a definire una misura che risponda pienamente agli obiettivi che la delega ha previsto. La Ministra si è impegnata a continuare l’interlocuzione anche coinvolgendo gli altri ministeri interessati”.

E sulle pensioni si rischia lo scontro sociale
Lo ha spiegato ieri il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli che ha rilasciato una intervista all’agenza Askanwes. Secondo il segretario confederale della Cgil con delega alle politiche previdenziali, il governo non può continuare a far finta di niente. Dopo Quota 100, se non ci saranno interventi da parte del governo, il rischio reale è il ritorno alle regole della legge Fornero e alla penalizzazione di migliaia di lavoratori. Bisogna intervenire subito e avviare una riforma vera del sistema previdenziale. Il governo si confronti con il sindacato al più presto, o sarà mobilitazione. Roberto Ghiselli ha ricordato che  con il superamento di quota 100 (esperimento comunque fallito e limitato ad una minoranza di lavoratori), che scadrà a fine anno, si tornerà alle regole della legge Fornero, che prevede l'uscita dal lavoro a 67 anni. Circostanza che i sindacati vogliono scongiurare a tutti i costi. Per questa ragione Cgil, Cisl, Uil stanno sollecitando da settimane un tavolo di confronto con il governo con l'obiettivo di arrivare a un intervento complessivo di riforma della previdenza. Ad oggi non ci sono però appuntamenti in agenda.

Ita, i sindacati chiedono di essere convocati dal governo
Dal sito della Cgil nazionale. La rottura delle trattative da parte di Ita è la goccia che ha fatto traboccare il vaso” è quanto affermano unitariamente i segretari generali Cgil e Filt, Maurizio Landini e Stefano Malorgio, Cisl e Fit, Luigi Sbarra e Salvatore Pellecchia e Uil e Uiltrasporti, Pierpaolo Bombardieri e Claudio Tarlazzi, a seguito dell’odierna interruzione del confronto.
“Ora – sostengono i segretari generali – serve intervenire e convocare urgentemente il tavolo sull’emergenza trasporto aereo che avrebbe dovuto essere già stato convocato a seguito delle nostre reiterate richieste, rimaste totalmente inascoltate da parte dei Ministeri che ne avrebbero avuta la titolarità, finanziando innanzitutto un ammortizzatore sociale che accompagni il piano industriale messo in campo da un’azienda pubblica. È inaccettabile – concludono i segretari generali – che un’azienda di proprietà dello Stato agisca con una modalità al limite delle regole e senza alcuna idea di responsabilità sociale, fino a mettere in discussione l’esistenza del contratto nazionale, in una trattativa complessa che riguarda migliaia di lavoratori e lavoratrici”.

Afghanistan: Europa e Italia garantiscano il diritto d’asilo
L’appello a intervenire con urgenza per garantire il diritto di asilo a quanti sono in fuga dal Paese mediorientale arriva dal Tavolo asilo e immigrazione, una vasta cordata di organizzazioni ed enti in rappresentanza della società civile e del terzo settore, di cui fa parte anche la Cgil, che nel suo ultimo comitato direttivo ha respinto e condannato l’atteggiamento di chi sul tema generale dei migranti continua dare risposte considerate contrarie ai basilari principi civili e democratici e di solidarietà. In un documento del Tavolo sono riassunte proposte e di richieste rivolte alla Ue e all’Italia ad agire con urgenza e a non voltarsi dall’altra parte, nell’attesa che la situazione si risolva da sola. “Siamo tutti responsabili di quanto sta accadendo in Afghanistan – afferma Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil intervenendo alla conferenza di presentazione delle proposte del Tavolo asilo -. Queste responsabilità hanno radici lontane. Sono dei governi occidentali, convinti di poter esportare la democrazia, dell’Europa, che oggi vuole esternalizzare i suoi confini. E delle istituzioni, che non vogliono farsi carico del problema dell’accoglienza, in questa come nelle tante emergenze che stiamo vivendo”. Per maggiori informazioni sulla conferenza stampa di ieri il pezzo di Patrizia Pallara su Collettiva: 

Le altre segnalazioni da Collettiva.it

L'apertura di oggi è dedicata ai lavoratori "somministrati" con articoli e video a cura di Patrizia Pallara. Una norma del decreto agosto 2020 incentiva di fatto il turn over selvaggio anche per quanti hanno contratti a tempo indeterminato con le Agenzie e missioni a termine nelle aziende. L'allarme lanciato da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp, che organizzano un presidio a Roma il 23 settembre alle 10.30 davanti al ministero del Lavoro. Nella rubrica Buona Memoria si parla ancora di 8 settembre e Resistenza. Il Comitato di liberazione nazionale (Cln) nasce il 9 settembre 1943 a Roma e unisce in un unico organismo i diversi partiti dell’antifascismo storico, ognuno con un proprio rappresentante. Sotto la presidenza del socialista Ivanoe Bonomi ci sono gli esponenti del Partito comunista Mauro Scoccimarro e Giorgio Amendola, del Partito socialista italiano di unità proletaria Pietro Nenni e Giuseppe Romita, del Partito d’azione Ugo La Malfa e Sergio Fenoaltea, della Democrazia cristiana Alcide De Gasperi, della Democrazia del lavoro Meuccio Ruini e del Partito liberale Alessandro Casati.

Tutti gli appuntamenti
Per tutti gli appuntamenti in calendario vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale:  e l’agenda di Collettiva.it.