“Il lavoro sta male, ora basta. Lo sciopero generale di Cgil e Uil arriva in un paese dove le condizioni di lavoro stanno ulteriormente peggiorando, e dove si può essere poveri anche lavorando. Le regole del neoliberismo sono incompatibili con i principi e i valori costituzionali, lo dicono anche i risultati dell’inchiesta/ricerca della Fondazione di Vittorio sulle ‘condizioni e le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori’ nella penisola”. Inizia così l’editoriale di apertura della pubblicazione digitale Inflai. Nel pezzo firmato dalla presidentessa della Fondazione Metes, Tina Balì, ci sono tutte le premesse della mobilitazione che la Cgil sta mettendo in campo ormai da mesi e che culminerà negli scioperi indetti insieme alla Uil nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Nelle pagine dell’ultimo numero grande spazio è dedicato alla situazione internazionale. Da segnalare l’intervista al vescovo emerito di Caserta, Raffaele Nogaro, una riflessione sul “momento particolarmente drammatico per il pianeta, tra guerre ‘dimenticate’ e guerre che entrano nelle case degli italiani con tutta la loro tragica

portata, dal Medio Oriente all’Ucraina”. Lo stesso tema al centro dell’intervista a Paolo Impagliazzo della Comunità di Sant’Egidio. Spazio poi ai problemi dei pescatori di Lampedusa che non sono i migranti, ma le regole sempre più stringenti che penalizzano il settore. Nelle pagine dedicate ai territori si resta in Sicilia per presentare uno studio che cambia in meglio il sistema agroecologico e si va in Toscana per la cronaca della vertenza che vede impegnati i lavoratori della Ghiott, azienda dolciaria che produce cantuccini, una bella storia di imprenditoria femminile senza lieto fine. Nella pagina dedicata all’Internazionale si vola negli Stati Uniti con un titolo evocativo che cita il presidente Joe Biden, di recente in visita ai picchetti di protesta dei lavoratori dell’auto: “Sto con chi ha fatto grande l’America, sto con gli operai”. Nella sezione dedicata ai temi dell’Osservatorio Placido Rizzotto trovate la riflessione dal titolo “Quanto è difficile parlare di integrazione in Italia”. Il numero dsi chiude, come sempre, con uno sguardo alle radici della Flai che torna indietro al terzo congresso della Federbraccianti del 1952 a Bologna, durante il quale venne allestita una mostra di pittura e, a seguire, venne organizzato un dibattito tra artisti e delegati. 

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