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“Di Boccia abbiamo apprezzato il metodo della trasparenza sull'autonomia differenziata. Da lui ci attendiamo che dica con chiarezza che la scuola non può subire alcuna misura di regionalizzazione”. A dirlo è il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli, in un’intervista apparsa oggi (giovedì 26 settembre) sul quotidiano Il Manifesto. “Non servono staterelli regionali che, ad esempio, gestiscono la composizione delle classi”, spiega l’esponente sindacale: “Il problema va considerato globalmente: l'edilizia, gli organici, la didattica e le assunzioni. Questi non sono problemi regionali, ma di tutto il paese. Si articolano nei territori in modo simmetrico: a Nord c'è l'emergenza della continuità didattica perché mancano tanti insegnanti, a Sud invece c'è quella del tempo scuola”.
Ma il nodo, per Sinopoli, è lo stesso: i fondi investiti sugli organici. “Bisogna partire dalla stabilizzazione dei precari e programmare concorsi biennali, coinvolgere l'università, cambiare i parametri attuali come la riduzione degli alunni che accompagna quella degli organici”, prosegue il segretario Flc: “Questo facilita lo spopolamento di intere zone del paese. Bisogna decidere le priorità nazionali e da lì investire”.
Riguardo la questione delle risorse, per Sinopoli “basterebbe riconvertire tutti gli incentivi dati alle imprese spesso senza una logica e investirli in istruzione e ricerca. Basterebbe decidere che questa è una priorità nazionale nella legge di bilancio e non servirebbero tasse di scopo. Poi ci possono anche essere, ma visto che il bilancio dello Stato si fa attraverso scelte, allora partiamo dalle scelte”. Per il segretario generale della Flc Cgil servirebbe “un punto di prodotto interno lordo subito. Dieci miliardi di euro, non è una cifra enorme. Sappiamo che tra clausole di salvaguardia e altri capitoli di spesa sarà complicato quest'anno, ma è sostenibile in tre anni. Questo è il plafond da cui partire”.