"Liste di attese interminabili e ospedali lucani ormai in una crisi di identità e funzioni". È questa la situazione in cui versa la sanità lucana secondo il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa. "È nella legge 2 del 2017 - afferma il segretario - che rimane il vero tema rispetto alla sanità regionale, tema che si elude di affrontare per dare forza al territorio con i tre ospedali sede di psa della provincia di Potenza (Melfi, Villa d'Agri e Lagonegro ) che, in questa ottica di riforma, continuano ad essere accorpati all'azienda ospedaliera regionale San Carlo”.

Per Summa si tratta di “una scelta a cui si oppose tutto il movimento sindacale e che l’allora presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, volle con forza anche per ancorare il suo disegno di commissariamento illegittimo rispetto alla legge 32 della Regione Basilicata”.

“Ma il punto - aggiunge Summa - resta un altro: o si ha il coraggio e la responsabilità e onestà politica di dire in trasparenza ai lucani che questo è il modello a cui tende la giunta regionale, nonostante abbia distrutto la sanità lucana, o si ha il coraggio di cambiare e fare un grande investimento su questi presidi ospedalieri e riportarli sotto la governance dell’Asp per poter di fatto dare corso a un principio fondamentale delle organizzazioni sanitarie, ovvero l'integrazione socio sanitaria tra ospedale e territorio”.

“Diversamente - sottolinea il sindacalista - la salute dei lucani sarà sempre più a rischio e l’unico modo che avranno per curarsi sarà rivolgersi presso strutture di altre regioni. Gli ospedali San Carlo di Potenza, Madonna delle Grazie di Matera e Crob di Rionero sono le tre eccellenze che, in piena sinergia, devono operare per le grandi complessità e non solo per rispondere ai bisogni di salute dei lucani. Devono attirare mobilità attività ed evitare il vortice della mobilità passiva, ormai giunto a 140 milioni di euro, mangiando una parte rilevante del fondo sanitario regionale”. Se si continuerà con questo trend, “a lungo andare non avremo più risorse per finanziare le nostre strutture sanitarie".

Per Summa "occorre coraggio, visone e un grande investimento di risorse aggiuntive che, invece di essere sprecate in tanti inutili e dannosi bonus, possono essere impiegate nella costruzione della sanità lucana. Eccellenza significa non solo salute e benessere, ma sviluppo e lavoro, visto che rappresenta quasi il 10 per cento del nostro Pil se si considera che nella sanità lavorano più di 10 mila lucani.

Infine, sottolinea il dirigente sindacale, “al senatore Gianni Rosa (FdI), che giustamente sta con il suo orologio a pendolo a ricordare dove risiedono le responsabilità, vogliamo solo ricordare che per il provvedimento sulle liste attese varato oltre un anno fa non solo non ci sono le risorse ma soprattutto mancano ancora i decreti attuativi più importanti per avviare un processo di riorganizzazione”.

Si esca da una logica di interventi spot per tamponare le varie emergenze - conclude Summa - e si proceda a una grande e vera partecipata riforma. Lo si faccio adesso, prima che sia troppo tardi", conclude.