Nei prossimi giorni è prevista l’approvazione del decreto legge sulle pensioni. "Sarebbe un errore se il governo procedesse, anche in questa circostanza, senza un preventivo confronto con le organizzazioni sindacali, ignorando le proposte che unitariamente abbiamo da tempo formulato.” A dirlo è il segretario nazionale della Cgil, Roberto Ghiselli.
 
“Se le anticipazioni fossero attendibili - aggiunge il dirigente sindacale - ci troveremmo di fronte ad una misura previdenziale temporanea, che si esaurirà in un triennio e che non potrà essere definita quota 100 perché il requisito dei 38 anni di contributi per l’anticipo pensionistico rimarrebbe vincolante a prescindere dall’età".

Ma, soprattutto, secondo la Cgil, non avrebbe nulla a che vedere con la “cancellazione” della legge Fornero che, "al contrario, resterebbe in vigore integralmente e che, anche nei prossimi tre anni, non migliorerebbe le condizioni di gran parte delle persone, soprattuto per chi ha fatto lavori discontinui e gravosi, le donne, i lavoratori precoci.” “Si sta parlando di misure, alcune anche condivisibili, - sottolinea Ghiselli - che comunque da sole non sono una riforma organica e socialmente sostenibile del sistema previdenziale italiano.”
 
“Vorremmo inoltre capire - conclude il segretario nazionale della Cgil - se il decreto conterrà effettivamente la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna, e un intervento risolutivo per gli esodati. Rispetto all’ipotesi di un blocco dei 5 mesi di incremento dell’aspettativa di vita per le pensioni anticipate, se questa misura venisse accompagnata da un sistema di finestre d’uscita esteso anche a queste pensioni verrebbe annullato quasi del tutto il beneficio e sarebbe una ulteriore promessa non mantenuta.”