“Ci hanno scambiati per un bancomat. Guardate quanto abbiamo perso in meno di dieci anni”. Lo scrive lo Spi Cgil in un post su facebook nel quale si conteggiano nel dettaglio tutti i tagli alle pensioni nel periodo 2012-2019. Per un assegno lordo molto basso, di 1.500 euro al mese, la perdita economica è pari a circa 7.200 euro. Cifra che sale, ovviamente, fino ad arrivare a ben 20 mila euro in meno incassati negli ultimi dieci anni da chi ha un assegno lordo di 3.500 euro mensili. 

Un motivo in più, sottolinea lo Spi Cgil, per scendere in piazza a Roma il prossimo 1° giugno e partecipare alla manifestazione organizzata insieme ai sindacati dei pensionati di Cisl e Uil: “Sabato tutti e tutte a piazza San Giovanni. È ora di dire basta”. Nel mirino c’è anche l’attuale governo, responsabile, secondo le tre organizzazioni, di avere tagliato ulteriormente la rivalutazione e di avere previsto un corposo conguaglio che i pensionati dovranno restituire nei prossimi mesi. 

“La tanto sbandierata pensione di cittadinanza invece – spiegano Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp – finirà per riguardare un numero molto limitato di persone e non basterà ad affrontare il tema della povertà. Nulla è stato previsto inoltre sul fronte delle tasse, che i pensionati pagano in misura maggiore rispetto ai lavoratori dipendenti, e tanto meno sulla sanità, sull'assistenza e sulla non autosufficienza, che sono temi di straordinaria rilevanza per la vita delle persone anziane e delle loro famiglie e che necessiterebbero quindi di interventi e di risorse”.