Sul decreto flussi il governo non sente ragioni. E insiste sulla moratoria, ossia sul blocco degli (o su una limitazione agli) ingressi di stranieri non comunitari. L’iniziativa lanciata dal ministro dell’Interno leghista, Roberto Maroni, giustificata a suo dire da una crisi economica e industriale che renderebbe inutile e dannoso l’arrivo di nuove persone in cerca di lavoro, è stata appoggiata anche dal responsabile del Lavoro, Maurizio Sacconi. Secondo quest’ultimo sarebbero sufficienti ingressi 'limitati' di stranieri e solo per lavoratori destinati alla cura delle persone (soprattutto dei non autosufficienti) e non alla produzione industriale o all'edilizia. 'Io e il ministro Maroni - ha detto Sacconi - intendiamo disporre un numero limitato di ingressi soltanto per coloro che presentano un contratto di collaborazione familiare, con particolare riguardo alla cura delle persone non autosufficienti oltre, ovviamente, agli infermieri, alle alte professionalita' e ai lavoratori stagionali nell'agricoltura e nel turismo. Non entreranno quindi lavoratori destinati alla produzione industriale o alle costruzioni. Per selezionare e contenere gli ingressi in questi termini non occorrono norme di legge ma basta agire nell'ambito degli strumenti amministrativi della legge Bossi-Fini'. 'E' necessario – per Sacconi - evitare la disoccupazione, l'esclusione sociale e la conseguente prospettiva di una possibile espulsione dei molti lavoratori immigrati regolari che vivono e lavorano nel rispetto delle leggi nelle nostre comunita' prima di ammettere nuovi flussi senza la possibilita' di un'occupazione duratura'.

Cgil Veneto: no a moratorie sui flussi
Sacconi avrebbe anche definito 'coraggiosa' la posizione della Cgil di Treviso, il cui segretario generale Paolino Barbiero, secondo un articolo pubblicato da Repubblica, avrebbe chiesto il blocco dei flussi nella Marca. Al riguardo, però, la Cgil Veneto precisa di essere “contraria a ogni forma di moratoria sui flussi”. Come spiega Emilio Viafora, segretario generale del sindacato della regione, “in coerenza con la campagna nazionale lanciata dalla Cgil siamo impegnati per l'abrogazione, o comunque una sospensione per il tempo necessario, della legge Bossi Fini, la cui applicazione in tempi di recessione produce effetti socialmente ed eticamente devastanti”. “Infatti – prosegue Viafora – migliaia di lavoratori di origine extacomunitaria rischiano oggi di essere ricacciati nella clandestinità e nel lavoro nero o espulsi dal nostro paese, dopo che per anni hanno contribuito alla ricchezza della Marca e dell'intero Veneto”.

Osserva il segretario regionale: “La Cgil veneta è contraria a ogni forma di moratoria sui flussi. Infatti la proposta di blocco o moratoria dei flussi per due anni avanzata dalla Lega, con un emendamento presentato al ddl 733 in discussione al Senato e ribadita dal ministro Maroni è sbagliata e propagandistica perché il meccanismo dei flussi così come previsto dalla Bossi-Fini è inceppato e produce soltanto immigrazione irregolare. Lo dicono i dati nazionali: nel 2007 sono state presentate 740.000 domande e a distanza di un anno sono stati consegnati soltanto 110.000 nulla osta. Ancora più chiaramente lo dicono i dati di Treviso, dove sono state presentate 13.000 domande a fronte di 3.000 autorizzate dal decreto flussi e a oggi ne sono state evase soltanto mille”.

Quindi, “altro che blocco dei flussi”. Per la Cgil Veneto le priorità sono: “regolarizzare i lavoratori immigrati che lavorano in nero; consentire ai lavoratori immigrati regolari che perdono il lavoro di avere parità di accesso agli ammortizzatori sociali e un permesso di soggiorno di due anni che eviti l’espulsione; riformare il meccanismo dei flussi per renderlo più aderente alle necessità del mercato del lavoro, in modo da governare l’immigrazione regolare e ridurre quella irregolare”. “In questo senso – conclude Viafora - la Cgil di Treviso, dando voce anche a una richiesta avvenuta dalle associazione dei migranti che nei giorni scorsi hanno dato vita a una manifestazione di protesta contro la Bossi-Fini, ha chiesto alle imprese e alle istituzioni locali di farsi carico di quei lavoratori messi in mobilità, cigs o licenziati. Sono persone che rischiano di essere come merce usa e getta in un intollerabile ed immorale mercato delle braccia. Non so se la Lega plaude a queste proposte, ma esse mi paiono in assoluta controtendenza rispetto alle scelte che vorrebbe compiere il ministro Maroni e alle roboanti posizioni del ministro Bossi”.

Piccinini (Cgil), il governo colpisce i migranti, da noi proposte concrete
“Il governo sta assumendo provvedimenti nei confronti degli immigrati che colpiscono gravemente le loro condizioni di vita e di lavoro”, afferma la segretaria confederale della Cgil Morena Piccinini. “Dietro la foglia di fico della lotta alla clandestinità - aggiunge - in realtà colpisce indiscriminatamente tutti i lavoratori e i cittadini immigrati regolari che lavorano, pagano le tasse e vivono e operano nel rispetto delle nostre leggi”. È il caso, spiega, “delle norme sugli alloggi, sui ricongiungimenti familiari, sull’assegno sociale, sulla tassa per i rinnovi dei permessi e sulla cittadinanza”. La Cgil è contraria a questa politica che giudica “di razzismo istituzionale e ha lanciato una campagna contro il razzismo per un’altra idea di convivenza e di uguaglianza di diritti e doveri fra le persone: la campagna ‘Io ci sto. Stesso sangue. Stessi diritti’”. Ricordando che "non si può strumentalizzare la Cgil e inventarsi affinità con la Lega che non esistono né a Treviso, né tanto meno a Roma”, Piccinini sottoliena come la proposta di blocco o moratoria dei flussi avanzata dalla Lega sia "sbagliata", perché "il meccanismo dei flussi, così come previsto dalla Bossi-Fini, è inceppato e produce soltanto immigrazione irregolare”.

Rinaldini (Fiom), bloccare i flussi è sbagliato e inaccettabile
“Chiunque chieda oggi di bloccare i flussi migratori per fronteggiare la crisi dà una risposta sbagliata, inaccettabile e pericolosa agli enormi problemi prodotti da questa globalizzazione. Chiudendo le frontiere, si alimentano spinte xenofobe e razziste e si scelgono falsi obiettivi”. A dirlo è il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini. “Muovendosi in direzione opposta, tanto più di fronte ai licenziamenti – aggiunge il leader della Fiom – bisogna invece cancellare il legame fra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, previsto dalla legge Bossi-Fini. Non possono essere le lavoratrici e i lavoratori migranti a pagare nel modo più duro il prezzo della crisi”.

Famiglia Cristiana, le misure del governo sono inutili e indegne
E in merito al pacchetto sicurezza all’esame del Senato, cui la Lega ha presentato una serie di emendamenti restrittivi, si registra un nuovo, duro attacco del settimanale Famiglia Cristiana, che lo giudica “indegno di uno Stato di diritto”. Nell'editoriale politico si legge che le misure previste hanno due caratteristiche: “L'inutilità ai fini a cui sono rivolte e l'estrema difficoltà a metterle in pratica da parte di uno Stato la cui giustizia e la cui burocrazia già faticano a tenere il passo delle normali incombenze”. In piu', aggiunge Famiglia Cristiana, "esse scontano le conseguenze di un'esagerata descrizione della realta', come ha dimostrato il caso suscitato dalla decisione, presa nel giugno scorso da Maroni, sul rilevamento delle impronte digitali ai bambini rom. I nomadi di origine rom e sinti erano molti meno di quelli denunciati, e la loro schedatura e' stata effettuata con metodi diversi e piu' tradizionali, d'intesa con la Croce rossa; anche se questa pratica piu' civile e piu' umana, decisa d'accordo con il sindaco Alemanno, e' costata la destituzione al prefetto di Roma, Carlo Mosca".