Si apre oggi a Roma alla Città dell’Altra Economia la controconferenza sulle droghe, organizzata dalla rete di organizzazioni e associazioni della società civile impegnate per un cambiamento radicale delle politiche sulle droghe, in contrapposizione con la conferenza governativa, che si tiene il 7 e 8 novembre nella capitale.

Realtà escluse

Questo summit ha visto l’esclusione, sia nei lavori preparatori che nei due giorni di dibattito, di molte delle realtà che in questi anni si sono impegnate per proporre un punto di vista diverso rispetto alla criminalizzazione e patologizzazione di ogni uso, chiedendo il superamento della guerra alla droga, della tolleranza zero, provando a sostenere politiche diverse, frutto degli studi e delle esperienze maturate negli anni, in un’ottica di riduzione del danno.

Guerra alla droga

Si colloca in un contesto che è quello che ha caratterizzato tutte le azioni di questo governo, a partire dai decreti che hanno criminalizzato comportamenti che reati non sono, rilanciando quella “guerra alla droga” i cui esiti fallimentari sono ormai evidenti, tanto da portare anche l’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite a pubblicare un rapporto in cui si raccomanda agli Stati di “adottare alternative alla criminalizzazione, alla tolleranza zero e all’eliminazione delle droghe, prendendo in considerazione la depenalizzazione dell’uso e una regolamentazione responsabile, per eliminare i profitti del traffico illegale, della criminalità e della violenza”.

Governare, non punire

La controconferenza, le cui parole d’ordine sono quelle che ci hanno guidato in questi anni, “governare, non punire”, è un’occasione importante per contrapporre alle posizioni oscurantiste del governo un dibattito basato su evidenze scientifiche, sul rispetto dei diritti delle persone, dando voce a chi ogni giorno si impegna per produrre un cambiamento nelle politiche e nei servizi, a partire dagli operatori e dalle persone che usano sostanze.

Riduzione del danno

Il modello penale ha creato disastri nelle vite delle persone, ha prodotto più danni delle stesse sostanze, e ha riempito le carceri: oltre un terzo delle persone ristrette lo sono per fatti legati all’uso di sostanze.

Il modello patologico ha creato stigma, emarginazione. La strategia della riduzione del danno, osteggiata e demonizzata dal governo, che è arrivato a definirla una politica rinunciataria, rappresenta il modello di intervento e di politiche più efficace, validato a livello internazionale, per affrontare le nuove e complesse realtà dei consumi di sostanze, in un’ottica di prevenzione.

Le politiche globali

Di questo si parlerà nei tre giorni di lavori, che saranno aperti, il pomeriggio del 6 novembre, da una sessione internazionale, con interventi di agenzie Onu e di esperti che parleranno di ciò che sta cambiando nelle politiche globali, delle alternative possibili alla guerra alla droga, che in molti Paesi si stanno efficacemente sperimentando, e che mettono al centro la riduzione del danno, la giustizia sociale, i diritti umani.

I lavori proseguiranno il 7 con sessioni dedicate alle politiche di riduzione del danno, alla deistituzionalizzazione e alle politiche alternative al carcere, al tema dei servizi, ed è prevista una tavola rotonda con esponenti parlamentari, per discutere con loro quali iniziative l’opposizione può mettere in campo per cambiare le politiche sulle droghe nel nostro Paese.

I servizi al centro

Importante affrontare il tema dei servizi, oggi sempre più identificati con comunità chiuse: serve intervenire sul servizio pubblico, rafforzando i Serd, serve un rapporto con il privato sociale che non sia, di fatto, meramente sostitutivo, di esternalizzazione. Servono politiche sanitarie e sociosanitarie che mettano al centro le persone, i loro bisogni. Anche per questo, all’esterno, nei due giorni di dibattito, verranno predisposti alcuni spazi, curati e autogestiti dagli operatori, che dimostrino come sia possibile allestire interventi di prossimità, efficaci, proprio nell’ottica della riduzione del danno.

Sappiamo, per esempio, quanto le stanze del consumo sicuro, già efficacemente sperimentate in molti Paesi esteri, siano strumentalmente descritte come luoghi di spaccio e di consumo libero e senza vincoli, mentre sono strumenti importanti di tutela e promozione della salute individuale e pubblica.

Sappiamo l’importanza che rivestono le unità di strada, i servizi di prossimità, a bassa soglia, che devono finalmente trovare stabilità, in un sistema integrato fra servizio pubblico e privato sociale, con regole chiare e certe anche per quanto riguarda i rapporti e i criteri dell’accreditamento.

Prevenire rischi e salvare vite

I servizi di riduzione del danno, quali drop in, stanze del consumo, analisi delle sostanze, interventi nei luoghi del divertimento e dell’aggregazione giovanile, non solo prevengono rischi e salvano vite, ma abbattono i costi sanitari e sociali, promuovono partecipazione e cittadinanza attiva. E la controconferenza vuole rilanciare il protagonismo di operatori e consumatori, nell’ottica appunto della riduzione del danno, che non può essere inserita nella prevenzione, ma che rappresenta una pratica e una prospettiva ineludibile per l’innovazione delle politiche e del sistema degli interventi.

Per il benessere della persone

La chiusura della controconferenza sarà il sabato mattina, in Campidoglio, e vedrà un confronto con Elide, la rete delle città per politiche innovative sulle droghe, per un dibattito aperto con le amministrazioni locali, finalizzato a promuovere e rilanciare nelle città politiche inclusive, rispettose dei diritti e del benessere di tutte le persone, servizi inclusivi, di prossimità, che promuovano lo stato sociale, sempre più, oggi, sostituito dallo stato penale.

La controconferenza sarà un’occasione importante per contrapporre alle posizioni oscurantiste del governo un pensiero alternativo, basato su evidenze scientifiche e sul rispetto dei diritti delle persone. Saranno tre giorni di confronto importanti, anche per la nostra organizzazione, che da sempre guarda ai diritti delle persone, al rispetto dei valori costituzionali, come valori fondanti delle proprie elaborazioni e della propria azione.

Qui il programma completo