“Se mezzo milione di famiglie in condizioni di povertà che percepivano il reddito di cittadinanza oggi restano fuori dall'Assegno di inclusione (Adi), il fallimento delle scelte del governo è sotto gli occhi di tutti”. A dirlo è la segretaria confederale Cgil Daniela Barbaresi, precisando che “era prevedibile visti i rigidi e discriminanti criteri di accesso all'Adi”.

La dirigente sindacale rileva che “il governo pensa di risparmiare quattro miliardi di euro sulla pelle dei più poveri. Non bastava continuare a impoverire lavoratori e pensionati, che pagano le tasse regolarmente. L'esecutivo sembra provare soddisfazione a togliere un tozzo di pane anche a chi lavorando è povero. Ma questo è anche il tratto, oggi evidente, del suo cinismo politico, in questo caso esaltato proprio dal disprezzo verso i poveri, umiliati per un poco di consenso”.

Per Barbaresi “oltre all'indignazione e alla preoccupazione per i troppi esclusi dall'Adi e da misure di contrasto alla povertà, c'è da chiedersi cosa succederà a queste persone, chi si farà carico dei loro bisogni, che non sono solo economici ma spesso di difficoltà e disagio più complessivo. È necessario e urgente che il governo ritorni al più presto sui propri passi ripristinando una misura universale di contrasto della povertà”.