Il tempo a disposizione è davvero poco. Bisogna fare presto. Per questo i sindacati confederali rilanciano l’urgenza di un confronto con il governo sui temi della riforma previdenziale. La necessità di affrettare il dibattito su una riforma previdenziale organica è determinato dall’avvicinarsi a passi molto veloci della data del 31 dicembre 2021, giorno in cui finirà ufficialmente la sperimentazione di Quota 100. Le proposte dei sindacati confederali sono molto chiare e vengono riassunte nella piattaforma unitaria di Cgil, Cisl, Uil che rilanciamo qui accanto.

In questo video vogliamo invece riproporvi le valutazioni del segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, che commenta le prime conclusioni della Commissione sui lavori gravosi e ribadisce la necessità di abbassare l'età pensionabile per allinearsi al resto dell'Europa. Ghiselli è intervenuto in varie occasioni per spiegare - in generale - le proposte della Cgil per una riforma organica e complessiva (basta interventi spot) della previdenza. Lo stesso segretario illustrerà domani le proposte del sindacato in Parlamento durante un'audizione sulle pensioni. Nel video che vi proponiamo oggi abbiamo anche le considerazioni del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che riconosce l’importanza della proposta del sindacato sull’introduzione di una pensione di garanzia per tutti quei giovani che oggi svolgono lavori precari o discontinui e che quindi non avranno la possibilità di costruirsi una pensione decente per il futuro. 

Intanto è ormai una corsa contro il tempo anche quella del Parlamento, che a soli tre mesi dalla conclusione della sperimentazione di Quota 100, cerca di elaborare una proposta per evitare la penalizzazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori. L’impresa dei partiti – in netto ritardo rispetto alle tante richieste, mobilitazioni, proposte e sollecitazioni dei sindacati confederali – è a questo punto molto difficile. Si tratta infatti di mediare tra posizioni e proposte per ora lontane tra loro. I disegni di legge in discussione sono per ora nove e notevoli sono le differenze tra la riforma immaginata dai partiti del centro destra e quella dei partiti di centro sinistra. Tra le varie opzioni messe sul tavolo c’è quella contenuta nella proposta del Pd (a firma Debora Serracchiani e Carla Cantone, ex segretaria generale dello Spi Cgil), che punta alla “stabilizzazione” dell’Ape sociale, da estendere a nuove categorie di lavori gravosi, a rendere permanente Opzione donna, al ricorso a una “delega” per introdurre la pensione di garanzia per i giovani e alla riduzione della “soglia” di vecchiaia per le lavoratrici madri.

E un'altra partita non da poco su cui il tempo stringe è quella della rivalutazione delle pensioni in essere. Secondo alcune anticipazioni giornalistiche nella legge di Bilancio ci dovrà essere una posta relativa alla rivalutazione di 22,8 milioni di assegni previdenziali, per uno stanziamento complessivo di circa 4 miliardi. Ma i conti ancora sono da fare perché legati alle stime sul tasso di inflazione per il 2021.