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Gora Gassama aveva 34 anni quando è stato falciato da un'auto pirata. Era il 20 dicembre scorso e Gora era un bracciante impiegato nelle campagne di Gioia Tauro. Vittima due volte, vittima di quell'incidente stradale e dello sfruttamento dei caporali: quella sera era, infatti, di rientro nella tendopoli della Piana dopo aver trascorso la giornata piegato nei campi. Senza diritti - ricorda oggi la Flai Cgil - sottolineando come anche in altre zone del Paese, da Foggia all'Agropontino, i migranti muoiano negli incendi delle baraccopoli, nelle campagne mentre lavorano o anche sulla strada che li riporta in quelle che loro malgrado chiamano case.
Oggi per la Flai Cgil è stata la giornata dell'addio. In queste settimane, infatti, la federazione si è mobilitata per consentire a Gora il suo ultimo viaggio di ritorno verso il Senegal da dove era arrivato pieno di speranze. "Abbiamo sentito il dovere morale di provvedere alle spese, - spiega il sindacato - affinché il corpo potesse riposare in pace nella terra d'origine". Ma è un addio amarissimo perché la priorità resta quella di "riportare queste persone a contesti e condizioni di vita decorose. Per questo da anni siamo impegnati, anche con il sindacato di strada, non solo per continuare a denunciare ma affinché si ponga fine a questa strage".