Come mai il Lazio continua a essere escluso dalla Zes, cioè la Zona economica speciale? Se lo chiede Natale Di Nicola, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio dopo che è stata annunciata l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri della norma che consente di allargare la zona a Marche e Umbria.
“Le aree più critiche del nostro territorio e le ex aree della Cassa del Mezzogiorno della nostra regione – si legge in una nota –  non solo non beneficiano delle opportunità che prevede la normativa ma già hanno subito ulteriori danni al tessuto economico e sociale, come la delocalizzazione di aziende verso le regioni che beneficiano dei vantaggi della Zes, che ora circondano quasi completamente il Lazio”.
Aggiunge Di Cola: “Auspichiamo che le forze politiche e i rappresentanti istituzionali del territorio agiscano affinché il Consiglio dei ministri includa nella Zes alla Regione Lazio e fare in modo che si abbiano degli strumenti in più per reagire alla condizione di stagnazione e crisi economica in cui versano tanti territori della Regione Lazio e a cui, come già abbiamo evidenziato, non si riuscirà a dare risposte adeguate con le misure della Zona Logistica Semplificata, il cui iter di approvazione ancora non è concluso”.
Dall’inizio dell’anno, denuncia la Cgil, sono aumentate del 14% le ore di cassa integrazione, concentrate principalmente nei settori dell’automotive, del trasporto aereo e del manifatturiero ma che sono in crescita in 28 comparti su 42, sono in aumento del 10% i neet, ossia i giovani rimasti al di fuori di percorsi di istruzione, formazione e lavoro e cala la nuova occupazione del 4% nei primi tre mesi del 2025.

"Un contesto che rischia di acuirsi, per questo, come chiediamo da tempo, è fondamentale che la Regione Lazio sia inclusa nella Zes e possa uscire da una situazione di svantaggio", conclude Di Cola.