Da Piazza Dante a Piazza dei Santi Apostoli, con la stessa rabbia. Oggi (27 maggio), a Roma, è la giornata delle lavoratrici e dei lavoratori della Whirlpool di Napoli, con delegazioni provenienti da tutti gli stabilimenti italiani del gruppo. Presenti anche Guglielmo Epifani (Articolo Uno), Nicola Fratoianni (Sinistra italiana), Gianluca Cantalamessa (Lega) e Giuseppe Provenzano, ex ministro per il Sud. Gli obiettivi sono sempre gli stessi: salvare il posto di lavoro, fermare la chiusura dello stabilimento di Napoli e far ripartire la produzione (qui il video della Fiom).

“Siamo qui per richiamare l'attenzione sul futuro dello stabilimento partenopeo, a due anni dall'inizio della vertenza ed ad un mese dalla fine del blocco dei licenziamenti”, spiegano in una nota congiunta Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil: “Allo stato attuale manca ancora il piano industriale di Whirlpool 2022- 2025, e servono risposte urgenti su investimenti e occupazione”.

La situazione della Whirlpool, paradossalmente, non è nemmeno tra le peggiori. Anzi, la produzione è in forte crescita e i profitti dichiarati sono a doppia cifra per il terzo trimestre consecutivo. E nonostante le vendite siano salite del 40%, l'azienda ha confermato la chiusura del sito di Napoli. A quel punto, per i 350 dipendenti ora in cassa integrazione, non ci sarà più un futuro. “Napoli non molla”, gridano da due anni gli operai.

“Torneremo qua a Roma con uno sciopero di tutti gli stabilimenti, tra 15 giorni, quindi prima dello sblocco dei licenziamenti”, conclude Barbara Tibaldi, segretaria nazionale della Fiom Cgil: “Chiediamo, soprattutto a quelli vicini al ministero dello Sviluppo economico, una convocazione per discutere veramente con l'azienda. Vedremo se a governare è ancora davvero il Parlamento. Quella di Whirlpool è una vertenza simbolo per tante altre situazioni in cui le multinazionali prendono soldi e poi vanno all'estero. Non accetteremo che dal 1 luglio ci siano licenziamenti. Andremo avanti fino alla vittoria".