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Già prima dell’estate del 2024 Cgil, Cisl e Uil avevano sollecitato la Regione Veneto affinché emanasse un’ordinanza per tutelare le lavoratrici e i lavoratori più esposti dai rischi del calore eccessivo nei luoghi di lavoro. Alla luce di un cambiamento climatico sempre più incalzante, con temperature in costante aumento anche nel nord Italia, i sindacati hanno portato avanti questa istanza con la Regione, tanto che ieri è stata finalmente emanata l’ordinanza, nonostante alcune resistenze delle parti datoriali.
“È la prima volta in assoluto – afferma Silvana Fanelli, segreteria regionale Cgil Veneto con delega su salute e sicurezza – che la Regione affronta il tema dal punto di vista normativo, e questo grazie al lavoro unitario dei sindacati. Durante gli eventi di calore estremo, come quelli registrati in questi giorni, il rischio complessivo di infortuni sul lavoro può aumentare del 17%. I rischi sono concreti e lo dimostrano i numerosi infortuni che continuano a registrarsi nel nostro territorio. Finalmente anche il Veneto si è dotato di una normativa per tutelare la salute dei lavoratori più a rischio (edilizia e cave, agricoltura e florovivaistico)”.
“L’ordinanza – continua Fanelli – prevede il rispetto delle linee di indirizzo della Conferenza Stato/Regioni, consentendo così di allargare le tutele attraverso la contrattazione in altri settori outdoor e indoor (luoghi chiusi senza climatizzazione). Importante è il riferimento all’art. 650 del codice penale, con le annesse sanzioni previste nei confronti delle aziende che non rispettano i divieti imposti dalla Regione. Ribadiamo che si tratta di un primo passo verso maggiori tutele per lavoratori e lavoratrici, in quanto la questione dello stress termico nei luoghi di lavoro deve essere affrontata in modo strutturale e non emergenziale e per questo continueremo a incalzare la Regione”.