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“Accogliamo con favore le parole del presidente di Ania, Giovanni Liverani, in vista dell’avvio delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale per i dipendenti del settore, insieme all’attenzione posta sulle relazioni industriali e la professionalità di agenti e dipendenti. Sarà ora importante tradurre le parole in risultati concreti per le lavoratrici e i lavoratori, per le cittadine e i cittadini”. Così la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, sulle affermazioni di Giovanni Liverani in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione.
Nel merito della relazione, osserva Esposito, “sono positivi i dati economici e la tenuta occupazionale del settore assicurativo, come emerge nella relazione del presidente Liverani, anche se sul fronte lavoro dei 300 mila citati solo circa 50 mila hanno il contratto Ania, il resto vive forti disparità in termini di salario, diritti e tutele.
Positivo inoltre il miglioramento delle tariffe Rca auto rispetto ad altri Paesi europei, anche se è ancora eccessiva e inspiegabile la distanza fra le regioni italiane, in particolare la forte penalizzazione verso il sud del paese. È inoltre condivisibile l’analisi molto preoccupata del peggioramento del Servizio sanitario nazionale, che va assolutamente salvaguardato. Le assicurazioni possono intervenire in complementarietà, ma non in sostituzione”.
Secondo la segretaria generale della Fisac Cgil, “le coperture assicurative più moderne dovranno intervenire positivamente non solo sui risultati economici delle compagnie di assicurazione, ma soprattutto sui servizi resi alla cittadinanza, come sembra riconoscere il presidente quando parla dell’esigenza di un patto con la politica ‘per risolvere problemi socio-economici endemici e onerosi nell’interesse del Paese’.
Per ottenere questo sarà fondamentale continuare a intervenire sui riconoscimenti professionali, normativi ed economici a chi lavora. Per questo le organizzazioni sindacali dovranno avere un forte ruolo attivo negli accordi aziendali e nel Contratto nazionale per continuare a garantire livelli occupazionali, i giusti riconoscimenti professionali e gli aumenti salariali necessari per retribuzioni adeguate”, conclude Esposito.