Quando si prova a riflettere sulla formazione sindacale, oggi ci si ritrova con due immagini in testa contrapposte: da una parte quella in bianco e nero che richiama le aule della scuola di Ariccia con strumenti e metodi di cui in tanti sentono la mancanza; dall’altra quella più comune alla quale ci siamo abituati dall’esplosione della pandemia a oggi, ovvero il corso online attraverso una delle tante piattaforme digitali.

È in questa contrapposizione apparente di prospettive che la Cgil ha deciso di riorganizzare lo strumento della formazione sindacale, immaginando la costruzione ambiziosa di una vera e propria “Scuola”. Un progetto che non vuole partire dalla costruzione dello strumento (la Scuola, appunto), ma che mette al centro le persone che ci si ritroveranno, compagne e compagni che con responsabilità diverse militano nella nostra organizzazione, a partire dai più giovani e da chi rappresenta nei luoghi di lavoro e nel territorio il volto della confederazione. Un progetto che fa i conti con ciò che le nuove tecnologie offrono, ma che allo stesso tempo recuperi i valori della nostra storia, a partire dal senso di comunità che si realizza nell’incontro di esperienze diverse.

Per questo l’idea di costruire una vera e propria scuola di formazione sindacale vuole dare il senso della ciclicità degli interventi formativi, non di appuntamenti sporadici.

Per questo vogliamo affermare anche nella nostra organizzazione il diritto alla formazione continua. Una formazione programmata che coinvolga le delegate e i delegati, le Rsu e gli attivisti di base fino agli incarichi apicali, in percorsi che prevedano interventi costanti sia in presenza che da remoto.

Come primo passo, per inaugurare questo progetto abbiamo scelto di organizzare due incontri che si sono tenuti a metà settembre tra il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e centinaia di delegate e delegati under 35 che, in occasione dell’ultimo congresso, sono stati eletti nelle assemblee generali di tutte le strutture.

Gli incontri che abbiamo organizzato rappresentano l'avvio di un percorso fondamentale per la nostra organizzazione. Abbiamo voluto scommettere, innanzitutto, sulla formazione come strumento strategico per il rafforzamento e il radicamento del nostro sindacato, per produrre quei cambiamenti necessari a migliorare le condizioni di vita delle persone che rappresentiamo, a cambiare una società ingiusta. 

Vogliamo, in questo senso, mettere al centro di una formazione rinnovata i bisogni di chi rappresenta nei luoghi di lavoro la Cgil, il vissuto soprattutto di giovani sindacaliste e sindacalisti che rappresentano il futuro della nostra organizzazione. Vogliamo consentire a tutte e tutti, non solo di avere gli strumenti necessari per contrattare e per gestire anche le vertenze più difficili: vogliamo condividere cultura sindacale che metta al centro l'importanza di essere "confederali", di non essere semplicemente una rappresentanza settoriale, ma una rappresentanza generale. Per capirci una rappresentanza che sappia davvero mettere la Costituzione al centro, non solo per difenderla ma per applicarla esattamente come vogliamo fare con la manifestazione del 7 ottobre.

La Cgil deve essere ancora di più oggi un soggetto di trasformazione sociale, ma per farlo è necessario dare a tutte e tutti gli strumenti per capire la realtà, per affrontare la complessità, per svelare le bugie della propaganda per cui nulla si può cambiare, per essere in grado certamente di rispondere alle tante domande e ai tanti bisogni che emergono nei luoghi di lavoro ma anche per essere cittadine e cittadini impegnati a costruire dal basso ogni giorno una società realmente democratica e giusta.

Federico Bozzanca e Simona Marchi, Cgil nazionale