Questa mattina un operaio di 50 anni, originario di Todi, in provincia di Perugia, è morto mentre stava lavorando alla riparazione di un tratto del sistema fognario, nei pressi di Valfabbrica per conto di Umbra Acque, società che gestisce il sistema idrico di molti comuni del territorio. Secondo quanto ricostruito finora, l'uomo stava lavorando su un escavatore, quando è finito nello scavo, alto circa 70 centimetri, rimanendo schiacciato da una massa di terra che lo ha ricoperto. Sul posto carabinieri e Ispettorato del lavoro per ricostruire l'accaduto.

Cgil, Cisl, Uil: “Ennesima vita spezzata”

Per i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dell'Umbria, Maria Rita Paggio, Angelo Manzotti e
Maurizio Molinari
, “il 2024 si apre nel peggiore dei modi. Dopo il terribile 2023, nel quale nei primi 11 mesi si sono registrate 25 morti certificate dall'Inail in Umbria, ecco già una nuova vittima del lavoro, a Valfabbrica, l'ennesimo episodio di una mattanza che va avanti senza soluzione di continuità e che dobbiamo fermare".

"L'ennesima vita spezzata nell'esercizio di un diritto costituzionale come quello del lavoro" aggiungono. Per i sindacati – si legge nella nota congiunta – "è urgente dare le gambe alla piattaforma sindacale unitaria per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro". Paggio, Manzotti e
Molinari chiedono "per l'ennesima volta un incontro urgente per discutere delle proposte presentate all'iniziativa del 31 ottobre". 

"Esprimiamo cordoglio, vicinanza e solidarietà – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – alla famiglia della vittima dell'incidente avvenuto a Valfabbrica, che ha coinvolto un lavoratore degli appalti di Umbra Acque. Un episodio che si aggiunge ai tanti accaduti in questo periodo facendo emergere la drammatica situazione che viviamo nei luoghi di lavoro a causa della mancata sicurezza e del pericolo continuo per la salute e la vita delle persone che lavorano, come denunciamo da anni. In
questo contesto occorre intervenire: l'Umbria risulta essere tra le più colpite da questo terribile fenomeno delle morti sul lavoro".

"Troppo spesso nel nostro sistema produttivo i lavoratori sono costretti a subire le peggiori condizioni perché soffocati dalla compressione dei diritti generata dal ricorso all'appalto e al sub appalto usato come leva di competitività al ribasso. Confidiamo dunque che le Istituzioni comprendano l'esigenza di intervenire urgentemente e che condividano con noi – concludono
Cgil, Cisl e Uil – la necessità che tutti i soggetti di rappresentanza e le Istituzioni lavorino insieme per fermare questa strage".