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Due giorni di sciopero per la vigilanza privata. Il contratto è scaduto il 31 dicembre 2015, quindi già da tre anni, e grandi distanze si registrano ancora su temi fondamentali come le retribuzioni e i cambi d’appalto. Una situazione insostenibile per sindacati e lavoratori, che già il 4 maggio scorso avevano indetto un primo stop, con manifestazione nazionale a Roma. Adesso la protesta raddoppia: le 70 mila guardie giurate si fermano infatti oggi (venerdì 1) e sabato 2 gennaio. Due anche le manifestazioni organizzate da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil: oggi a Milano, con un presidio alle ore 10 nei pressi della Prefettura (in corso Monforte), sabato 2 a Napoli con un corteo (partenza alle ore 10) da piazza Mancini a piazza Matteotti.
L’ultimo incontro per il rinnovo del contratto della vigilanza privata, avvenuto il 16 gennaio scorso, si è rivelato improduttivo. “Le associazioni datoriali – spiegano i sindacati – hanno dichiarato di non essere in grado di fornire risposte in merito ai temi all’ordine del giorno, benché la nostra richiesta fosse stata inoltrata prima di Natale”. Tra novembre e dicembre il confronto sembrava essere finalmente decollato, con l’esame nel merito di alcuni temi importanti, ma poi, nell’ultimo vertice, i sindacati hanno assistito “a un nuovo rallentamento e alla riproposizione di richieste impercorribili”.
Nessuna risposta è arrivata “in merito agli aspetti del cambio di appalto, con particolare attenzione alla salvaguardia degli elementi salariali”. E proprio sul salario la controparte ha manifestato un atteggiamento che i sindacati leggono “come ingiustificatamente dilatorio dei tempi della trattativa: in particolare, i datori di lavoro hanno dichiarato la disponibilità a riconoscere un aumento, a ben determinate condizioni, per un valore che però non sono in grado di determinare”.
Un atteggiamento che Filcams, Fisascat e Uiltucs giudicano “irriguardoso” e “sintomo di fragilità strutturale e scarsa sintonia delle controparti datoriali, che insistono nel perseguire una politica incurante delle condizioni del settore e dei problemi dei lavoratori”. Da sottolineare, infine, è il fatto che dal 2008 a oggi il contratto è stato rinnovato una sola volta, così come ferme a quella data sono, ad esempio, le indennità di presenza. Il rinnovo, concludono i sindacati, è “l'unica strada per rispondere alle esigenze di un settore strategico e per superare le gravi problematiche emerse in questi anni”.