Il governo e la maggioranza impediscono l’approvazione di alcuni emendamenti al decreto Milleproroghe che permetterebbero di salvare 330 lavoratori dell'ex Tct-Evergreen del porto di Taranto che rischiano di rimanere senza le entrate economiche che permettono loro di vivere a partire dal primo di aprile. Si tratta delle persone che, dopo le crisi succedutesi negli ultimi anni, sono in attesa di essere ricollocate nel porto pugliese e che ora, per sbarcare il lunario, ricevono un’indennità però in scadenza il 31 marzo.

Quanto viene chiesto dai sindacati e da alcuni parlamentari pugliesi è di prorogare per il 2024 e 2025 il funzionamento dell'agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale, nella quale confluiscono i lavoratori in esubero delle imprese titolari di concessione. Il governo ha mostrato però di non avere intenzione di percorrere questa strada.

La vicenda

Michele De Ponzio, segretario Filt Cgil Taranto Porti, ci spiega che “dal 2016 sono stati spesi circa 100 milioni di euro non solo per fare ‘galleggiare’ questi lavoratori, ma anche per mantenere professionalità che sono difficili da reperire, perché pianificare una nave porta-container o manovrare una gru da 100 tonnellate non si impara facilmente. Tre anni fa si è insediato un nuovo player internazionale ma, anche a causa della pandemia e della guerra in Ucraina, riavviare il terminal di un porto non è una cosa semplice”.

A oggi, continua il sindacalista, “tutte le politiche attive compiute dalla nostra autorità portuale sono state di attivazione dei piani delle zone economiche speciali e, dopo tanto lavoro, ora si è in procinto di partire. In tutto ci sono sei aziende con un piano di assunzioni di 400 unità, il Gruppo Ferretti con 200, il Gruppo pale eoliche Renantis con 1000-1500 unità e c’è poi la Vestas con altri 90”.

Questione di tempo

Nel giro di un anno un e mezzo dovrebbero avviarsi tutte queste attività che dovrebbe svuotare l’agenzia, la Taranto Port Workers Agency, istituita ad hoc nel 2016 e dove sono confluiti i lavoratori in esubero. “Bloccare questi fondi è una follia, soprattutto ora che mancano sei milioni per traghettare queste persone verso un futuro di ripartenza e il governo crea così grosse difficoltà al cluster e a tutto il territorio”, dicono i sindacati.

Francesco Zotti, segretario generale della Filt Cgil di Taranto, ricorda inoltre che “i lavoratori sono da due anni in indennità di mancato avviamento (un ammortizzatore sociale) in attesa di essere ricollocati all’interno dell’area portuale da un’azienda che si è da tempo insediata e ha fatto promesse di assunzioni, ma che assolutamente non le ha mantenute: sino a ora sono un centinaio le persone assunte e sono ancora fuori i 330 che tra un mese non riceveranno più l’indennità. Con la Cgil stiamo portando avanti la richiesta di almeno un anno di proroga, così che queste aziende riescano a insediarsi e assorbire questi lavoratori e mettere fine a questa lunga vertenza”.

Ci sono voci secondo le quali il governo potrebbe in extremis inventarsi un’altra forma di ammortizzatore sociale, ma è certo che al Senato, dove dovrà approdare nei prossimi giorni il dl Milleproroghe, verrà fatto un nuovo tentativo per ottenere l’approvazione di un emendamento che metta in sicurezza i lavoratori dell'ex Tct-Evergreen e le loro famiglie.