“Nel corso della riunione di oggi (venerdì 22 marzo) da remoto, Stellantis ha comunicato l’intenzione di procedere alla definizione di un accordo sindacale nazionale relativo alle uscite volontarie incentivate”. A dirlo sono Samuele Lodi (segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile settore mobilità) e Maurizio Oreggia (coordinatore nazionale automotive Fiom Cgil).

“Si prosegue – spiegano i due dirigenti sindacali – nell’azione di svuotamento degli stabilimenti Stellantis, un pessimo segnale se considerato che queste uscite non sono compensate con l'assunzione di giovani, che darebbero un'importante prospettiva per il futuro”.

“Un’altra procedura di esodi incentivati – aggiungono – proprio nel corso del confronto con il ministero delle Imprese nell’ambito del tavolo automotive, fortemente voluto dalla Fiom Cgil per affrontare la questione di un intero settore che, nelle difficoltà determinate dalla transizione all’elettrico, sta attraversando una profonda crisi”.

Una crisi, evidenziano Lodi e Oreggia, in particolare dovuta “alle scelte strategiche di Stellantis nel nostro Paese, contraddistinte da scarsi investimenti, incertezze per il futuro delle produzioni, e una continua riduzione dell'organico attraverso un ingente utilizzo di risorse economiche, ottenute sulle pelle dei lavoratori, molti dei quali in cassa integrazione o impegnati in trasferte di centinaia di chilometri”.

Lodi e Oreggia così concludono: “Come Fiom-Cgil non condividiamo questo percorso ed evidentemente non siamo disponibili a firmare l'accordo sindacale. Per tali ragioni il 12 aprile a Torino è proclamato uno sciopero di tutte le sigle sindacali di otto ore per l’intero settore automotive, per rivendicare il diritto ad avere un futuro industriale, di lavoro e di dignità nel lavoro. Nelle scorse settimane abbiamo chiesto unitariamente alla presidente del Consiglio di convocare un incontro a Palazzo Chigi con l’amministratore delegato di Stellantis Tavares. Il futuro non lo si costruisce con gli incentivi all’esodo, bensì con il confronto per garantire stabilimenti, nuovi modelli, ricerca e sviluppo e rigenerazione dell'occupazione”.