“La svalorizzazione, la privatizzazione dei servizi, la svalutazione del lavoro sono stati in questi anni elementi di una strategia che ha impoverito e indebolito il lavoro pubblico e minato l'universalità dello Stato sociale. E il progetto di autonomia differenziata mette insieme proprio questi due elementi, la rottura dell'unità del contratto collettivo nazionale e la crescente privatizzazione dello Stato sociale”. Questa l’affermazione iniziale della segretaria generale della Fp Serena Sorrentino all’Assemblea generale dell’Organizzazione tenutasi a Bologna.

Sono 9 i tavoli di trattativa aperti per i rinnovi di contratti già scaduti e altri sono in scadenza. Quella che si apre è una vera e propria stagione di lotte e mobilitazione per il contratto “Perché – aggiunge la dirigente sindacale - il contratto non è una concessione del datore di lavoro, ma un diritto di chi con il proprio lavoro genera valore. La nostra controparte, sia pubblica che privata, non riconosce il diritto di chi con il proprio lavoro garantisce i diritti per tutti”.

Ed allora il 27 settembre sciopereranno lavoratrici e lavoratori delle Rsa a cui è applicato un contratto pirata firmato da Confindustria e Aiop, il 2 ottobre incroceranno le braccia quelli delle misericordie. E poi la mobilitazione proseguirà, e uno dei temi fondamentali del rinnovo dei contratti deve essere quello della salvaguardia salariale. Oltretutto, sottolinea Sorrentino, "nella legge di bilancio, ad oggi non ci sono risorse adeguate né a salvaguardare il valore attuale dell'Ipca, figuriamoci a dare risposte alla nostra richiesta di collocarsi al di sopra dell'Ipca e di tenere conto di un'inflazione che viaggia a due cifre”.

Per la segretaria è fondamentale che a uguale lavoro corrisponda stesso salario e stessi diritti, per questo aggiunge: “Abbiamo rifiutato la sottoscrizione di nuovi contratti collettivi nazionali, convinti che la battaglia per ridurre il numero dei contratti collettivi sia da fare con le nostre controparti, sia da fare rivendicando una legge sulla rappresentanza e sull'erga omnes, ma dipende anche da noi e dalla nostra coerenza”. Per questo occorre ragione con Cisl e Uil su quali contratti accorpare e quali disdettare.

Il Ccnl è, o deve essere, anche strumento per innovare l’organizzazione del lavoro. Dice ancora la sindacalista: “Tutta l'innovazione contrattuale che abbiamo determinato introducendo strumenti di valorizzazione professionale, ha bisogno di risorse e di titolarità. Pretendiamo che l'organizzazione del lavoro, anche nei settori pubblici, torni come clausola di esigibilità all'interno della contrattazione collettiva nazionale, ma soprattutto di posto di lavoro”.

“L’impegno per la tenuta, la conquista, il rilancio, l'innovazione che deve riacquistare il contratto collettivo nazionale e la contrattazione decentrata – conclude Sorrentino - sono anche un modo per presidiare la Costituzione. Anche questo è traduzione in forma sostanziale del dettato costituzionale, a partire dagli articoli 3, 4, 32, 36 e 39, riconquistare quel nesso tra la dignità sociale, il lavoro e la democrazia. Avanti fino allo sciopero generale”.

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