Slc Cgil insieme alle proprie Rsa dell’Orchestra sinfonica di Milano, de ‘I pomeriggi musicali e del Teatro alla Scala chiedono la revoca del provvedimento disciplinare che colpisce un musicista della Sinfonica di Milano in un comunicato che illustra l’intera vicenda che riportiamo di seguito. 

Sabato 24 maggio due prime parti dei fiati de ‘I pomeriggi musicali’ rimangono bloccati in treno per un grave incidente ferroviario un’ora prima dell’inizio del concerto di chiusura della loro stagione e il maestro Inkinen manifesta la sua intenzione di annullare il concerto in assenza di due strumenti fondamentali per l’esecuzione.

La segreteria artistica de I Pomeriggi musicali si attiva per trovare dei musicisti in sostituzione: contatta un professore del Teatro alla Scala, il quale viene autorizzato dalla propria direzione e contemporaneamente contatta la segreteria artistica della Sinfonica di Milano, non ricevendo risposta.

Viene allora chiamato direttamente un professore della Sinfonica, il quale si rende disponibile a 45 minuti dal concerto. Per informare della chiamata in emergenza appena ricevuta cerca di contattare lo staff e la direzione dell’ufficio della Sinfonica,ma purtroppo nessuno risponde, né richiama nei pochi minuti che rimangono prima dell’inizio del concerto.

Per questo motivo al termine del concerto il professore della Sinfonica chiede alla direzione de I Pomeriggi Musicali, di informare per iscritto l’ufficio risorse umane e la produzione della Sinfonica e loro prontamente lo fanno: è importante per lui che si testimoni la sua assoluta buona fede e le ragioni oggettive che gli hanno reso impossibile richiedere un permesso artistico con i tempi e le modalità previste dal Contratto Collettivo.

Lunedì 26 la direzione generale e la segreteria artistica dei Pomeriggi tornano a scrivere alla direzione della Sinfonica ringraziando per lo spirito di solidarietà dimostrato nei loro confronti dal professore e spiegano ciò che è accaduto. Ricevono però una risposta che li lascia sbalorditi: per aver suonato senza autorizzazione scritta da parte della direzione, il professore avrebbe ricevuto il giorno stesso una contestazione disciplinare.

Nonostante le giustificazioni con le quali il musicista motiva il suo comportamento e spiega nel dettaglio le circostanze eccezionali nelle quali è avvenuta la prestazione che gli si contesta, il 3 giugno gli viene consegnato il provvedimento disciplinare di 5 giorni di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione.

“Slc Cgil insieme alle proprie Rsa dell’Orchestra sinfonica di Milano, de ‘I pomeriggi musicali e del Teatro alla Scala – scrivono quindi i sindacati – ritengono questa vicenda assolutamente inconcepibile. Il professore ha agito con professionalità, in uno spirito di servizio alla collettività musicale milanese.

I Pomeriggi musicali hanno manifestato estrema gratitudine perché grazie a questo gesto hanno potuto risolvere una situazione molto critica, evitando l’annullamento del loro ultimo concerto di stagione e i conseguenti danni d’immagine oltre che erariali. Il Teatro alla Scala ha risposto prontamente alla richiesta, senza esitazioni e con piena consapevolezza del valore istituzionale e culturale di un gesto di solidarietà nei confronti de I Pomeriggi musicali.

Tra prestigiose istituzioni che operano nella stessa città, condividendo pubblico, risorse e missione culturale, è naturale, anzi doveroso, che si attivi una rete di reciproco sostegno in situazioni di difficoltà.

Diversamente, la Fondazione orchestra sinfonica ha scelto di attenersi a un approccio rigidamente procedurale, perdendo l’occasione per dimostrare di avere un’idea di lavoro che non sia solo vincolo, ma anche responsabilità condivisa, intelligenza collettiva e capacità di risposta umana di fronte all’imprevisto.

E’ quindi nostro dovere difendere chi ha agito con buon senso, prontezza e spirito di collaborazione. È stata già richiesta da parte della Slc Cgil la revoca del provvedimento disciplinare. Ci riserviamo di organizzare un presidio di protesta davanti all’Auditorium a sostegno della nostra richiesta e della nostra idea di “fare cultura”.