“Chiediamo al ministro del Lavoro di aprire con le organizzazioni sindacali un tavolo di confronto sugli ammortizzatori sociali che, con le ultime riforme, hanno subito profonde modifiche, non sempre condivisibili e che nel tempo hanno mostrato tutti i propri limiti”. Lo affermano Cgil, Cisl e Uil in una nota unitaria firmata dai segretari Tania Scacchetti, Luigi Sbarra e Ivana Veronese.

Le tre sigle sono infatti preoccupate per le stime sulla crescita e l’incremento delle ore di cassa integrazione, che segnalano una frenata degli ordini e un calo delle commesse, in particolare nel settore industriale. “È in momenti come questi – affermano – che grazie a robusti ammortizzatori sociali si garantisce al nostro sistema d’impresa una maggiore tenuta sia produttiva che sociale, assicurando il mantenimento dell’occupazione e la garanzia del salario”.

“Si tratta – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – di misure volte a fornire un adeguato sostegno in favore delle tante imprese in situazioni di ristrutturazione non concluse, prossime all’uscita dalla crisi, ovvero interessate da procedure concorsuali: tutte questioni in parte affrontate, ma che dovrebbero essere affinate, consolidate e soprattutto rese strutturali”.

Perciò “è necessario, dopo più di tre anni dall’introduzione delle riforme del Jobs Act, fare le verifiche su quali misure hanno funzionato e quali invece hanno la necessità di essere corrette o modificate anche guardando a quanto emerge dalle analisi e dai monitoraggi effettuati in questi anni e dalla situazione reale nei territori”.

“La stessa Naspi, la misura di sostegno ai lavoratori che hanno perso l’occupazione, mostra delle falle e necessita di modifiche, in particolare, ma non solo, nei confronti di alcune categorie di lavoratori come i dipendenti dei consorzi agricoli o i lavoratori stagionali. Tra l’altro non si capisce la ragione della sospensione per tre anni di uno strumento di politica attiva per sostenere ed accompagnare i lavoratori disoccupati nelle transizioni da un lavoro all’altro come l’assegno di ricollocazione”.

Così conclude la nota: “Abbiamo il dovere di trovare soluzioni per questi lavoratori e crediamo che la maniera giusta per intervenire sia quella del confronto, della discussione e della ricerca degli interventi più adatti. Per questo ribadiamo la necessità di aprire un tavolo di confronto di natura tecnica, e chiediamo al ministro del Lavoro di farlo in fretta, perché il vento della crisi non ha mai smesso di soffiare”.

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