Un incontro sul futuro dei lavoratori della Sardinia green island e del più complessivo sviluppo dell’area industriale di Assemini, con l’obiettivo di sottoscrivere un accordo di programma e dar seguito all’atteso decreto sulle energie rinnovabili: è quanto chiesto, in una lettera inviata al ministro Di Maio dai lavoratori insieme ai sindacati che, martedì 12 febbraio, si sono riuniti in assemblea proprio per discutere le azioni da intraprendere.

“I tempi sono stretti e con le imminenti elezioni, che porteranno alla formazione di una nuova giunta, si rischia di perdere inutilmente altri mesi”, ha detto il segretario Filctem Cgil di Cagliari, Giampiero Manca, aggiungendo che “il rinnovo degli ammortizzatori è finalizzato alla ripresa lavorativa. Perciò, è indispensabile agire in fretta”. Da qui, la richiesta di un incontro urgente, con Regione, sindaci, sindacati e azienda.

Nella lettera, sindacato e lavoratori ripercorrono la lunga storia della vertenza, che ha consegnato sofferenza e disagio al centinaio di lavoratori e alle loro famiglie, ma che si inserisce nel contesto di un territorio già pesantemente minato dalla crisi, con 8.000 disoccupati solo nel comune di Assemini. Una situazione, alla quale si possono dare risposte rilanciando complessivamente la sua area industriale, con attività produttive che siano compatibili dal punto di vista economico e ambientale, partendo dalla soluzione della vertenza dei lavoratori ex Ineos Film, oggi Sardinia Green Island.

La società Ineos Films, che operava ad Assemini nel settore pvc rigido per alimenti dagli anni Novanta, ha deciso di chiedere nel 2009, a causa di una flessione di mercato. Dopo diverse iniziative e occupazioni da parte dei lavoratori, l’azienda è stata rilevata dall’imprenditore Alberto Scanu, attuale presidente della Confindustria sarda, con l'intento di riassorbire i dipendenti nel settore delle energie rinnovabili. I lavoratori vengono formati, ma nessuno dei progetti presentati dalla società va in porto.

Nel corso degli anni, vengono presentati nuovi progetti - sempre nel campo delle rinnovabili -, ma sfumano tutti, a causa dei cambiamenti di norme e procedure. Oggi è in campo la possibilità di avviare un impianto solare termodinamico a Uta, compatibile con il piano energetico regionale, che prevede l'autoconsumo al 50% e la produzione agroalimentare. Però, senza il decreto sulle rinnovabili, il percorso autorizzativo si è arenato. Da qui, la richiesta al ministro Di Maio, affinché affronti la questione della ripresa produttiva per i lavoratori di Sardinia Green Island e per l’intera zona industriale, anche considerando il riferimento a un settore importante, dal punto di vista innovativo e in linea con la necessaria politica di rispetto per l’ambiente.