Sono 50 mila in Lombardia le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata, un quinto di quelli dell'intero paese. Da 12 anni attendono il rinnovo del loro contratto di lavoro e oggi, 18 giugno, incroceranno le braccia, ancora una volta, per chiedere di superare quella che i sindacati definiscono senza esitazioni "una vergogna". 

Dopo oltre un anno di trattative, infatti, il dialogo con Aris (Associazione religiosa istituti socio-Sanitari) e Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) è “sospeso” per l’indisponibilità dei datori di lavoro ad aumenti contrattuali. “I datori di lavoro che si rifiutano di contrattare non sono da portare come esempio”, spiegano i sindacati, precisando che la sanità privata è “un settore importantissimo: il dumping contrattuale, le carenze di organico, lo sfruttamento dei lavoratori si trasformano in minore qualità dei servizi, perché non c'è qualità dei servizi se non c'è il rispetto dei lavoratori”. Cgil, Cisl e Uil rimarcano anche “le famiglie fanno spesso ricorso al privato, convenzionato e non, spendendo oltre 40 miliardi l'anno. La sanità privata diventa strategica accanto a quella pubblica, e non è possibile che i lavoratori non abbiano un contratto”.

La scorsa settimana però si è registrato un passo in avanti significativo. I sindacati hanno infatti incontrato l'assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia Romagna, Sergio Venturi, in qualità di coordinatore della Commissione Salute, presso la Conferenza delle Regioni. “Abbiamo registrato positivamente le dichiarazioni dell'assessore in merito alla necessità di sbloccare il contratto – ha riferito la Fp Cgil –, pur nella determinazione a far sì che ognuno produca, nel percorso che deve portare alla conclusione della vertenza, quanto sta in capo alle proprie responsabilità: in primo luogo le imprese". 

“La notizia che dalla Conferenza delle Regioni arrivi un richiamo alla necessità di rinnovare il contratto galvanizza ancora di più la protesta sindacale - hanno sottolineato Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl della Lombardia - Scioperiamo per il legittimo diritto di chi quotidianamente si prende cura delle persone senza veder riconosciuta, in questi anni, la propria professionalità e il proprio impegno. Parliamo di lavoratrici e lavoratori che hanno perso migliaia di euro in busta paga in tutti questi anni e hanno perso nuovi diritti”.

Lo sciopero durerà l’intera giornata o turno di lavoro, e dalle 9.30 alle 13.30 è stato organizzato anche un presidio davanti alla sede di Assolombarda a Milano. Le 670 strutture sanitarie private della sola Lombardia erogano il 47% delle prestazioni sanitarie, in convenzione con la Regione, di diagnosi e cura.