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"Dodici anni senza contratto. Una vera e propria vergogna". Oggi (23 maggio) a Roma, davanti alla sede del ministero della Salute, la mobilitazione per il rinnovo del contratto della sanità privata ha segnato una nuova tappa. Con un presidio promosso dalle federazioni regionali, le lavoratrici e i lavoratori hanno manifestato sotto la sede del dicastero guidato da Giulia Grillo per rivendicare un intervento pubblico a sostegno della chiusura di una vertenza che si trascina da anni.
Il contratto riguarda circa 300 mila tra infermieri, radiologi, operatori socio-sanitari, fisioterapisti e tutti i professionisti della salute, impegnati nel privato pur garantendo un servizi pubblico. Le controparti, ovvero Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari), spiega la segretaria nazionale della Fp Cgil, Barbara Francavilla, "vogliono un rinnovo senza le risorse necessarie per riconoscere un giusto salario alle lavoratrici ed ai lavoratori. Con un obiettivo preciso, ovvero continuare a fare profitti all'ombra della spesa pubblica e sulle tasche dei dipendenti. Ma il rinnovo è necessario non solo per garantire più salario ma anche più diritti, fermi dal 2006".
Per queste ragioni il presidio oggi si è tenuto davanti al ministero, "per chiedere un intervento istituzionale - spiega Francavilla - nei confronti di strutture private che gestiscono risorse pubbliche e che devono rendicontare e pubblicare i loro bilanci, anche per evitare presunti stati di crisi che inevitabilmente ricadono sulle lavoratrici e i lavoratori e sulle prestazioni erogate. Così come spingere le controparti al rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori, garantendo il rinnovo dei contratti".
Nel corso del presidio una una delegazione di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl è stata ricevuta dal Ministero della Salute, da una delegazione dell'ufficio di Gabinetto del ministro Grillo. "Ci hanno assicurato il loro impegno per spingere le controparti alla chiusura di una vertenza che da tanto, troppo tempo le lavoratrici e i lavoratori attendono", conclude Francavilla.
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