Un incendio è divampato sabato mattina, 4 ottobre, all’isola 16 del petrolchimico Eni-Versalis di Ravenna. Le fiamme, visibili anche a chilometri di distanza, hanno interessato una linea di produzione all’interno dello stabilimento e sono state domate dopo circa due ore di intervento da parte dei Vigili del fuoco di Ravenna, Forlì, Cesena e Cervia. Nessun ferito, ma la paura è stata molta tra i lavoratori e tra i residenti della zona industriale.

Secondo una prima ricostruzione, il rogo sarebbe partito da un impianto di trattamento della gomma sintetica. Le cause sono ancora in fase di accertamento, ma l’incidente riporta al centro il tema della sicurezza in uno dei poli chimici più importanti del Paese.

È proprio su questo punto che interviene la Filctem Cgil di Ravenna e dell’Emilia-Romagna, che parla di “ennesimo grave episodio” e denuncia una situazione di progressivo disinvestimento nello stabilimento.

20251004 VVFF incendio petrolchimico Ravenna
20251004 VVFF incendio petrolchimico Ravenna

video tratto da vigilfuoco.tv

“Impianto antincendio bloccato e intervento manuale”

“Da alcune testimonianze pare che l’impianto antincendio automatico non abbia funzionato a dovere – spiega la Filctem – e che sia stato necessario uno sblocco manuale in condizioni critiche ed estremamente pericolose, aggravate dalla presenza di un ponteggio che impediva l’accesso alla valvola di emergenza”.

Il sindacato sottolinea inoltre che “la squadra di emergenza di Rsi (la società consortile operante nell’area, ndr) pur intervenuta con tempestività, non era assolutamente adeguata a gestire la situazione per numero di addetti e per dotazioni”. Secondo la Filctem, solo il pronto intervento dei Vigili del fuoco ha evitato che l’incendio si estendesse ad altri reparti.

Quattro incidenti in un anno

L’episodio di sabato non è isolato. In poco più di un anno, nello stesso sito si sono verificati altri tre incidenti: la fuga di propano del marzo scorso, l’incendio al reparto Sol nel 2024 e l’infortunio grave di un elettricista di una ditta in appalto, sempre nel 2024. “Non possono essere questi gli standard di sicurezza di un impianto classificato a rischio rilevante”, afferma la Filctem.

Secondo il sindacato, questa sequenza di eventi “avviene in un contesto di disinvestimento che porta carenze di personale, esternalizzazioni e appalti, e negli ultimi mesi anche all’assunzione di personale interinale in Rsi, che non può avere la formazione e le competenze necessarie per operare in un impianto chimico complesso”. 

C’è poi un’altra preoccupazione: “Non vorremmo che l’incendio diventasse il pretesto per chiudere la produzione di Sbr, la gomma sintetica ancora richiesta dal mercato, come già accaduto negli stabilimenti di Brindisi e Priolo”, avverte la Filctem.

Le richieste del sindacato

Il sindacato chiede una revisione completa degli impianti antincendio, il ripristino delle linee danneggiate, tutele per il personale delle ditte in appalto e nuove assunzioni per rafforzare la squadra di emergenza. “Se davvero Eni crede che ci sia un futuro per la chimica italiana, questo è il momento di dimostrarlo”, conclude la nota.

Il contesto

Il petrolchimico di Ravenna è uno dei poli chimici storici del gruppo Eni-Versalis, con oltre 800 addetti diretti e un indotto di altre centinaia di lavoratori. Produce polimeri e gomme sintetiche destinati ai settori dell’automotive, della componentistica e dei beni di consumo. Negli ultimi anni ha subito diverse riorganizzazioni e la chiusura di alcune linee, ma resta un punto strategico per la chimica nazionale e per l’economia del territorio.