Alla Camera dei deputati si verifica l’ennesimo slittamento della discussione sul salario minimo. La Commissione Lavoro, con voto di maggioranza, non ha calendarizzato il disegno di legge. È quindi la maggioranza di governo che si rifiuta di avviare la discussione che potrebbe portare a una legge. Insomma, il salario minimo resta oggi in alto mare.

Il presidente della Commissione, Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, si è appellato all’articolo 78 del regolamento della Camera: secondo il comma non si può calendarizzare una proposta sullo stesso tema che si sta discutendo in Senato, in questo caso il dibattito sulla retribuzione equa dei lavoratori, che è attualmente in corso.

Il regolamento dice che, in caso di “coincidenza”, il presidente della Camera deve informare quello del Senato per favorire eventuali intese, al fine di coordinare l’azione legislativa tra le due Camere evitando sovrapposizioni. 

Naturalmente le due misure (equa retribuzione e salario minimo) non sono affatto la stessa cosa, quindi è un espediente che sa tanto di cavillo.

Nel frattempo, l’Italia su questo tema resta sempre più indietro, considerando che nell’Unione Europea 22 Stati su 27 hanno ormai una legislazione in materia. Escluso il nostro Paese.

In Germania il salario minimo salirà presto a 14,60 euro, in Spagna si prospetta un aumento del 50 per cento, in Italia ancora non esiste, mentre tutti gli istituti di ricerca affermano che si è poveri anche lavorando. La mobilitazione di sindacati, associazioni e organizzazioni per il salario minimo continua.