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“E pensare che, neanche tre mesi fa, la Cooperativa Radio Taxi di Padova celebrava i suoi 50 anni di storia esaltando sulla stampa tutti gli obiettivi raggiunti dalla sua costituzione. Ovviamente in quei giorni di massima pubblicità, neanche una parola di ringraziamento alle lavoratrici che hanno operato ai centralini, alcune per più di trent’anni, rispondendo alle chiamate dei clienti 24 ore al giorno moltiplicati per 365 all’anno (festivi compresi). Una palese irriconoscenza che rendeva chiaro già allora quel che volevano fare: licenziare tutte le centraliniste (circa una decina di dipendenti della cooperativa, tutte donne e assunte, chi più chi meno, da almeno 20 anni) per esternalizzare il servizio. E ieri (giovedì 30 giugno) sono arrivate le lettere di licenziamento. Ma non finisce certo qui”. Sono amareggiati ma anche molto determinati Massimo Cognolatto, segretario generale della Filt Cgil Padova, e Katia Basso, la funzionaria della categoria che sta seguendo le lavoratrici della Cooperativa Radio Taxi di Padova coinvolte in questa vertenza.
“È da un anno – ricostruiscono la vicenda i due sindacalisti - che la cooperativa è interessata da un processo riorganizzativo e circa metà dei soci ha abbandonato il vecchio carrozzone. La società, anziché riorganizzarsi, ha pensato bene di stare in piedi comprimendo il costo del lavoro, arrivando addirittura a proporre alle lavoratrici, all’inizio del 2022, un taglio di oltre 10.000 € di stipendio annuo a testa. Una decisione unilaterale, presa senza coinvolgere tutti i dipendenti ed evidenziando, già allora, la non volontà di affrontare realmente la problematica. Si trattava di un ricatto bello e buono e noi della Filt Cgil di Padova lo denunciammo pubblicamente chiedendo l’intervento dell’Amministrazione cittadina e del Sindaco Giordani in persona”.
“Si era nel pieno della campagna elettorale per il rinnovo del Comune – proseguono Cognolatto e Basso – e, saggiamente, il Sindaco Giordani aveva invitato le parti ad attendere l’insediamento della nuova Giunta per aprire un tavolo di contrattazione della vertenza, invito accettato dalla cooperativa garantendo la salvaguardia occupazionale. Garanzia che, come abbiamo visto, si è rivelata fasulla. Noi, come Filt Cgil, ci eravamo immediatamente resi disponibili a trovare un’intesa ma, soprattutto, avevamo detto chiaro e tondo che era giunta l’ora per la società di affrontare un nuovo processo riorganizzativo trovando il coraggio di superare vecchie logiche corporativistiche dei tassisti e aprendo una discussione, almeno a livello regionale e con il supporto delle Istituzioni, con tutte le società presenti in Veneto per arrivare a definire un’intesa quadro al fine di garantire, oltre che l’occupazione, anche il salario dei lavoratori, nonché il servizio. Si trattava di un tentativo di anticipare quel processo di riorganizzazione che anche il Governo sta tentando di attuare in uno degli ultimi baluardi corporativi del nostro Paese e che accompagnasse la riorganizzazione attualmente in corso nella cooperativa che ha istituito, dal primo luglio, il servizio aeroportuale".
“L’epilogo – denunciano indignati – è che dopo settimane che attendiamo di definire un’intesa ieri, con grande stupore, veniamo ad apprendere che il consiglio di amministrazione, composto dai tassisti soci della cooperativa, ha consegnato le lettere di licenziamento alle lavoratrici del call center il cui effetto parte da oggi stesso. La motivazione è che il servizio è stato esternalizzato in palese violazione a tutte le disposizioni contrattuali e di legge e proprio in coincidenza dell’avvio del nuovo servizio aeroportuale con un conseguente e prevedibile incremento delle attività”.
“Quel che stanno subendo le centraliniste – concludono Cognolatto e Basso – è una somma di vergogne. Perché si tratta di una macchia per una città civile come Padova, sempre attenta alle relazioni umane. Perché è una vergogna che sia stato calpestato anche l’invito a definire la vertenza intorno a un tavolo espresso dal Sindaco, il rappresentante della più importante istituzione Padovana. E infine, è una vergogna che una società che si ispira a principi mutualistici tratti i propri dipendenti e i rappresentanti degli stessi in questa maniera. Per parte nostra difenderemo, con tutti gli strumenti a disposizione, queste lavoratrici. Ma chiediamo anche l’intervento dell’Amministrazione Comunale a salvaguardia di un servizio collettivo fondamentale della cittadinanza, a cui chiediamo di far sentire la propria voce presso la Cooperativa in difesa della dignità di chi vi ha lavorato per tanti anni e che ora, senza nessuna considerazione, è stato ingratamente messo alla porta senza tanti complimenti”.