Nessun pretendente a rilevare l'attività industriale della ex Gkn si è presentato oggi, al Mise, all'incontro con l’azienda, le organizzazioni sindacali, le Rsu, la Regione Toscana, il Comune di Campi Bisenzio e la Città Metropolitana di Firenze.

"Lo scorso 19 gennaio è stato firmato un accordo complesso, con tempistiche e metodologie sulla costruzione del piano industriale decise dall’azienda stessa e da noi condivise. L’incontro di oggi, previsto e sollecitato dalle Rsu, dalle organizzazioni sindacali e dalla Regione, doveva includere la presenza dei soggetti interessati alla reindustrializzazione dello stabilimento. Prendiamo atto invece del fatto che oggi tali soggetti non erano al tavolo. La loro partecipazione era prevista, da accordo, entro marzo 2022, siamo alla fine del mese di aprile e non abbiamo traccia di questi soggetti". Così Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom nazionale, Daniele Calosi, segretario generale Fiom Firenze, Prato e Pistoia e Silvia Spera, Area Politiche Industriali per la Cgil nazionale.

In questa situazione, per la delegazione della Fiom Cgil, "non ci sono le condizioni per procedere all’accordo di cassa integrazione per transizione in quanto a oggi mancano gli investitori, la presentazione di un piano industriale vincolante e ben dettagliato e di un piano riguardante la formazione professionale necessaria per la transizione industriale, che sarà finanziata anche da fondi pubblici".

Spiegano i dirigenti sindacali: "La cassa per transizione è uno strumento che dura 24 mesi e non possiamo lasciare senza certezze i lavoratori. L’assenza degli investitori non può essere giustificata dall’attesa dell’interlocuzione con il governo, anche perché a quel tavolo devono essere sedute la Rsu, i sindacati e le istituzioni locali. Inoltre, come Fiom e Cgil, siamo interessati a conoscere le dimensioni di eventuali finanziamenti derivanti dalle risorse del Pnrr. Bisogna che venga palesato il vero motivo per cui gli investitori erano assenti oggi".

Fiom e Cgil chiedono "una nuova convocazione del tavolo con tutte le parti interessate, con la garanzia della presenza dei soggetti reindustrializzatori e con gli elementi essenziali del piano. Nel frattempo siamo disponibili a utilizzare un ammortizzatore sociale che garantisca la copertura salariale dei lavoratori come la cassa integrazione ordinaria”.