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“La nostra Europa: lavoro, diritti, stato sociale”. Questo il tema che Cgil, Cisl e Uil hanno scelto quest’anno per celebrare la Festa dei lavoratori che in Basilicata si svolgerà a Ferrandina (Matera), in collaborazione con l’amministrazione comunale, con un corteo in partenza alle ore 9.30 da via Matteotti, cui seguirà il comizio alle ore 11 in piazza Plebiscito dove, oltre ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Basilicata, interverranno anche molti lavoratori, specialmente della Valbasento e della Ferrosud.
“Il primo maggio avrà come tema centrale la costruzione di un'Europa del lavoro, della solidarietà e della crescita, partendo dal valore centrale della formazione e del diritto alla formazione per tutti”, spiegano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Basilicata (Angelo Summa, Enrico Gambardella e Carmine Vaccaro): “Pensiamo che in questi temi, protagonisti anche dell’evento nazionale della mattina del Primo Maggio a Bologna, ci sia la scelta irrinunciabile dell’Europa come cardine del nostro futuro e la richiesta di un’Europa dei diritti capace di offrire ai nostri giovani una prospettiva credibile”.
In questa cornice si inserisce la scelta di celebrare la Festa dei lavoratori a Ferrandina, in Valbasento. “Cerchiamo di riportare al centro dell’agenda politico istituzionale della Basilicata il tema del futuro dello sviluppo sostenibile nella nostra regione. La Valbasento – precisano i tre segretari generali - rappresenta tutto il dramma produttivo e occupazionale di una regione che soffre lo spopolamento e la mancanza di lavoro. La Valbasento, allo stato attuale, è terra di nessuno. Siamo in attesa delle bonifica dell’area e della re-industrializzazione, che non si è ancora concretizzata, mentre si è deciso di puntare su un'altra attività impattante come quella dello smaltimento reflui che, oltre a non risolvere il problema occupazionale, ha amplificato le problematiche ambientali collegando l’attività alla filiera del petrolio di cui la Valbasento, primo sito regionale di sfruttamento da parte dell'Eni per quanto riguarda le estrazioni di gas e olio, è diventata ormai hub terminale, a discapito dell'agricoltura di qualità e del turismo”.
“Servono proposte concrete e mirate – affermano Summa, Gambardella e Vaccaro - che rispondano ai bisogni di lavoro che emergono prepotentemente da migliaia di cittadini oggi allo stremo e la cui rabbia e indignazione sono ampiamente giustificabili. Per questo serve uno scatto in avanti: non mirabolanti promesse, ma impegni concreti, guardando a più scenari possibili. Serve una politica coordinata tra re-industrializzazione, bonifiche e interventi su infrastrutture e logistica. Un’occasione sono certamente le Zes, che possono rappresentare un’altra grande opportunità a patto che la loro istituzione e delimitazione sia supportata da un piano strategico di sviluppo che tenga conto delle peculiarità dei territori e anche e soprattutto di quelli che sono i criteri indicati nel decreto legge che ne prevede l'istituzione”.
Le Zes rappresentano una grande occasione non solo per la zona industriale di Ferrandina “ma per tutta la Basilicata, su cui concentrare azioni, investimenti e programmazione, restituendo al Sud la sua centralità come cerniera tra l'Europa e il Mediterraneo. Nello specifico, la piattaforma intermodale di Ferrandina risulta necessaria a integrare la Basilicata nel sistema delle reti europee nazionali per il trasporto delle merci, ma anche per offrire nuove opportunità e vantaggi alle imprese delle aree della Murgia e di Taranto e ai vettori in transito sull’Autostrada del Mediterraneo”. Zes – concludono Summa, Gambardella e Vaccaro - significa soprattutto “logistica, scambi commerciali e un incentivo alla capacità di internazionalizzare per le imprese lucane, ma in quest’ottica va affrontato il tema delle infrastrutture e della mobilità: connettere territori e persone deve essere la priorità delle priorità su cui investire per colmare uno dei punti più condizionanti dell’intero sistema di sviluppo”.