“Le parole del ministro Giorgetti attestano, oltre ogni ragionevole dubbio, lo stato di confusione in cui versa il governo riguardo la svendita di Poste Italiane”. A dirlo è il segretario nazionale Slc Cgil Nicola Di Ceglie, commentando quanto reso noto dal titolare del dicastero dell'Economia durante l'audizione di mercoledì 27 marzo alla Camera.

“Il piano dell'esecutivo – spiega il dirigente sindacale – di dismettere l'intera quota azionaria di Poste oggi in suo possesso, confermata dal ministro Giorgetti, è una decisione scellerata che non risponde neanche agli obiettivi enunciati, di fronte alla quale proseguiremo ogni azione di contrasto utile a fermare un progetto insensato”.

Inoltre, Di Ceglie chiede quale sia “la ratio di questa operazione, dal momento che lo stesso ministro ha chiarito l'impatto negativo che avrebbe sui conti dello Stato, ammettendo che i dividendi garantiti annualmente da Poste sono superiori ai risparmi che deriverebbero dalla cessione dell'azienda”.

Di Ceglie così conclude: “Davvero non si scorge il senso di questa vendita, se non il goffo tentativo di giustificare l'ingiustificabile, ossia elargire lauti profitti ai pochi soggetti privati che la acquisiranno, privando lo Stato di un'azienda che macina utili consistenti e che svolge, al contempo, un ruolo nevralgico nella tenuta sociale e nella coesione territoriale del Paese”.