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Al via oggi su tutto il territorio nazionale la protesta dei lavoratori di Poste Italiane, che comporterà l’astensione da tutte le prestazioni straordinarie, aggiuntive e supplementari per l’intero personale, fino al 1° ottobre. “È l’esito inevitabile delle trattative fallite lo scorso 8 luglio – commenta Nicola Di Ceglie, segretario nazionale Slc – a causa dell’indisponibilità aziendale ad adottare una più umana organizzazione del lavoro”. Slc Cgil e UilPoste, insieme ai lavoratori, denunciano turni straordinari per compensare la carenza di organico, aggravi nei carichi di lavoro e ripercussioni inevitabili nei servizi alla cittadinanza.
La mobilitazione messa in campo dalle organizzazioni sindacali è l’ennesima protesta contro una politica aziendale che risparmia sul personale, in particolare quello precario, che in alcuni territori si è fatta insostenibile, nel corso dei mesi estivi. Nei centri di recapito della provincia di Genova e della Liguria – per esempio- Slc Cgil ha lanciato l’allarme su una situazione sempre più critica.
La scelta aziendale di ridurre le assunzioni a tempo determinato per coprire i periodi di ferie estive, infatti, sta causando gravi disagi sia al personale sia all’utenza. Slc e Cgil Genova e Liguria denunciano che quasi quotidianamente intere zone di recapito restano scoperte, con conseguente accumulo di corrispondenza e pacchi, nonché un peggioramento del servizio offerto ai cittadini.
“A pagare le conseguenze sono i lavoratori, sottoposti a continue pressioni e richieste di straordinari per sopperire alle carenze di organico – commenta la Slc Cgil Genova e Liguria –. È inaccettabile che Poste Italiane continui a generare utili sulle spalle dei lavoratori e a danno della qualità del servizio pubblico”. Queste le motivazioni per la prosecuzione della vertenza, con lo sciopero degli straordinari e delle prestazioni aggiuntive, dal 2 settembre fino al primo ottobre.
In Liguria le zone di recapito sono più di 900, di cui quasi 500 a Genova. Secondo gli accordi vigenti, Poste dovrebbe garantire il 110% di personale tra fisso e precario. Ma le percentuali di copertura, questa estate, sono state al di sotto del 95%. Il personale precario dovrebbe essere impegnato a coprire le assenze per malattie, ferie e altro.
“Questo purtroppo non accade perché Poste risparmia sul personale – spiega Slc – e la conseguenza della pesante carenza di organico si sente soprattutto nei mesi estivi con ripercussioni dirette sul personale fisso, costretto a ferie risicate e a turni straordinari, sui precari che subiscono sulla loro pelle la politica ingiustificata di austerity di Poste e sul servizio che spesso viene effettuato a singhiozzo”.