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“L’incontro tenutosi mercoledì 10 settembre a Pontedera con il presidente e l’amministratore delegato di Piaggio ha delineato una situazione difficile, a causa di dinamiche internazionali e di mercato piuttosto pericolose, ma con l’obiettivo di una ripresa nel prossimo futuro”. A dirlo sono Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil nazionali.
“Il presidente Matteo Colaninno ha richiamato i concetti di competitività e di responsabilità come fondanti delle politiche di Piaggio e ha confermato la piena volontà di mantenere un ancoraggio forte in Italia”, scrivono: “L’amministratore delegato Michele Colaninno ha puntualizzato che la situazione aziendale ha dovuto fare i conti dal 2023 con una contrazione di mercato e con una forte pressione sui prezzi”.
Proprio le politiche della Ue sull’elettrificazione “stanno difatti favorendo la concorrenza a basso costo dei concorrenti asiatici”. Ciò nonostante l’amministratore delegato ha rimarcato che “negli ultimi cinque anni in Italia gli investimenti sono cresciuti del 40 per cento, passando da 90 a 145 milioni, mentre il numero dei dipendenti è rimasto stabile a circa 3 mila”.
I sindacati rilevano che “sono aumentati fortemente i costi, in particolare quelli della energia elettrica, che in Italia è passata da 134 €/MWh nel 2020 a 166 €/MWh nel 2025, e del gas, che è passato da 0,31 €/mc a 0,66 €/mc”. Altro elemento critico sottolineato è stata “la sostanziale scomparsa della filiera dei fornitori in Italia e in larga parte di Europa. L’obiettivo è quello di una ripresa nel 2026, ma pesano le incertezze e le tensioni internazionali”.
Fiom, Fim e Uilm hanno posto l'accento sul fatto che “per affrontare la complessità delle sfide che si hanno di fronte servirà stringere un confronto su investimenti e piani industriali nel merito che interessino tutti i siti in Italia che non possono essere esclusivamente subordinati al mero fattore dei costi”.
I sindacati così concludono: “Riteniamo serva il giusto equilibrio tra i risultati delle performance aziendali e il loro utilizzo anche nell’ottica di dare le giuste garanzie prospettiche e occupazionali che l’attuale congiuntura non permette di valutare come serene e certe. La giornata ha reso evidenti le criticità che purtroppo i lavoratori stanno vivendo sulle proprie spalle già da tempo e ha rimarcato la fase di incertezza che stiamo attraversando”.