Stellantis ha comunicato oggi (giovedì 15 aprile) la decisione di spostare la parte di produzione Maserati di Torino Mirafiori, concentrandola tutta a Modena. “È la rappresentazione di una situazione a dir poco drammatica per il marchio del lusso della multinazionale”, commentano Samuele Lodi (segretario nazionale Fiom Cgil) e Maurizio Oreggia (coordinatore nazionale automotive Fiom Cgil).

“Le attuali produzioni e soprattutto gli attuali volumi nei due plant non saranno comunque sufficienti a saturare lo storico stabilimento modenese e, contestualmente, si indebolisce il sito di Mirafiori”, proseguono i due dirigenti sindacali: “I lavoratori che attualmente sono sulla linea della Maserati a Torino saranno impegnati sulla produzione della 500 ibrida dalla fine del 2025”.

Sempre riguardo alla Maserati, i volumi del Grecale prodotti a Cassino “sono assolutamente deludenti, lo stabilimento è certamente uno dei più colpiti dalla crisi di Stellantis. Maserati deve essere rilanciata all’interno di un piano industriale generale del gruppo nel nostro Paese. Siamo nella classica condizione in cui la coperta è corta e, comunque la si muova, non determina garanzie per la prospettiva”.

Lodi e Oreggia considerano “sempre più urgente la nomina del nuovo amministratore delegato per iniziare un confronto sul futuro di Stellantis in Italia. Le produzioni continuano a scendere anche rispetto al 2024, che è stato l’anno peggiore in termini di volumi e di cassa integrazione. Sono necessari nuovi modelli mass market per rilanciare la produzione di auto e garantire l’occupazione. Per queste ragioni il governo non può continuare a voltare lo sguardo e non vedere la realtà. La presidente del Consiglio convochi le parti a Palazzo Chigi. Non c’è più tempo da perdere”.

“Con questa decisione si sancisce il definitivo tramonto dell’immaginifico ‘polo del lusso’ torinese”, argomenta il segretario generale Fiom Cgil Torino Edi Lazzi: “Una notizia che girava informalmente da tempo, adesso c’è l’ufficialità, ed è comunque l’ennesima batosta per Torino. Ho l’impressione che facciamo come i gamberi: un passo in avanti, per poi farne due indietro”.

Lazzi così prosegue: “Inutili sono le rassicurazioni date da Stellantis, perché non sostenute da atti concreti per il rilancio di Mirafiori. Adesso diventa ancora più urgente destinare nuovi modelli di auto allo stabilimento e credo che le istituzioni debbano sostenere insieme alle organizzazioni sindacali questa richiesta, a partire dal sindaco di Torino e dal governatore della Regione Piemonte”.

“Senza potenti investimenti e un piano industriale completo e strutturato, si continuerà ad assistere all’eutanasia di Mirafiori e dell’auto a Torino e in Italia in generale, con conseguenze pesanti sulla filiera dell’automotive che stiamo già subendo con violenza”, dichiara Gianni Mannori, responsabile Fiom Cgil di Mirafiori.

“L’ultimo esempio concreto – aggiunge – è la vicenda dell’Italdesign di Moncalieri, messa in vendita da Audi per fare cassa, con il rischio che a pagarne le conseguenze siano le lavoratrici e i lavoratori. Inoltre attendiamo chiarimenti in merito al futuro dei 200 lavoratori delle ex mascherine che ancora a oggi sono in cassa integrazione e non hanno un’allocazione nei piani produttivi dell’azienda”.