Cgil, Cisl e Uil della Lombardia hanno ribadito con forza la richiesta di un’ordinanza regionale che vieti le attività lavorative con esposizione prolungata al sole e con elevato sforzo fisico, indicativamente nella fascia oraria compresa tra le 12:00 e le 16:00, nei giorni e nei territori in cui la mappa del rischio pubblicata dal sito Worklimate segnala un livello di rischio “alto”. 

I sindacati hanno chiesto che tutte le componenti della Cabina di Regia – ovvero le organizzazioni datoriali e le Ats lombarde – sostengano questa richiesta. “Purtroppo – dichiara Giulio Fossati, segretario della Cgil Lombardia – la posizione che sarà trasmessa all’assessorato dai tecnici della Regione rifletterà unicamente la proposta avanzata da Cgil, Cisl, Uil. Durante l’incontro, le Ats hanno richiamato l’attenzione sull’importanza dei piani mirati di prevenzione, delle linee di indirizzo nazionali, dell’attività di vigilanza e della corretta valutazione del rischio, considerandoli strumenti prioritari per affrontare l’emergenza caldo”.

“Riteniamo – prosegue il dirigente – che tali strumenti siano essenziali per l’azione delle Ats e per promuovere la prevenzione nei luoghi di lavoro, così come lo sono la valutazione dei rischi, la distribuzione di dispositivi di protezione individuale specifici, la formazione e l’informazione delle lavoratrici e dei lavoratori anche in relazione al rischio di stress termico. Tuttavia, l’adozione di un’ordinanza regionale rappresenterebbe uno strumento complementare, capace di produrre effetti immediati a tutela della salute di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, in particolare di chi opera come autonomo o in aziende che non adottano modelli organizzativi adeguati alla prevenzione dello stress da calore e dell’esposizione solare”.

“Per questi motivi, riteniamo profondamente sbagliata la scelta di non sostenere collettivamente questa richiesta all’interno della Cabina di Regia – conclude Fossati –. Chiediamo ancora una volta all’assessore Guido Bertolaso di emanare un’ordinanza regionale urgente, come già avvenuto in altre regioni italiane quali Campania, Lazio, Umbria, Sicilia, Calabria, Puglia e Toscana”.