“Quel 13 luglio del 2000 era una giornata come tante altre. Avevo 20 anni e facevo l'imbianchino. Mi sono alzato per andare al lavoro sentendomi invincibile, perché a quell'età è così, non si dà peso a molte cose”. A parlare è Luca Mazzi, sopravvissuto a un drammatico infortunio sul lavoro a Villa di Cireglio (Pistoia). Oggi lavora nella Rsa di Cantagrillo e collabora con la società Pronto Camper della zona.

“Salgo sul ponteggio, per uno, due, tre piani. Non mi accorgo di nulla. Faccio appena in tempo ad avvertire un tremore e qualcosa cade sull'impalcatura in cui mi trovo. Nel finire giù, atterro su un tubo innocenti che mi perfora da parte a parte, a dieci centimetri dal cuore. L'incidente è avvenuto in un piccolo borgo della montagna del Pistoiese, 50 o 60 anime, nessuno aveva mai visto nulla del genere”. Luca racconta l'arrivo dell'elisoccorso – “il mio taxi personale”, sorride –  e le difficoltà ad atterrare, i medici che si calano giù con un verricello e lo portano a braccio per 80 metri fino all'ambulanza. “Mi hanno detto che l'intervento è durato dieci ore. Ho ripreso coscienza dopo quattro giorni, da lì è iniziata la mia nuova vita”.

Luca Mazzi ha ideato un camper per consentire a chiunque, persone in carrozzina e non, di andare in vacanza in piena autonomia e diffonde la cultura della prevenzione nelle scuole e sui luoghi di lavoro. Perché “è questo che ci frega, il non sapere”. Il suo infortunio è avvenuto “per due fattori. Nel montare l'impalcatura, l'azienda non ha rispettato le norme di sicurezza. Mancavano le reti e le tavole fermapiedi”. E poi nessuno lo aveva messo al corrente di cosa avrebbe potuto fare per tutelare la propria incolumità. “Se tornassi indietro, noterei dei dettagli che al tempo con la mia poca esperienza non avevo notato”. Questa, oggi, è la sua lotta: fornire alle persone gli strumenti necessari affinché possano dire di no a chi vorrebbe farle lavorare in condizioni rischiose.

Solo così è riuscito a trasformare la rabbia. Per quello che gli era successo, ma anche per l'esito dell'iter giudiziario. “La ditta è stata indagata e mi è stata data ragione al 100 per cento, ma ancora oggi non ho ricevuto alcun risarcimento”, conclude.